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Busto Arsizio | 18 maggio 2023, 09:00

VIDEO. La basilica, Biagio Bellotti e quella musica che conduce lontano

Affollata la chiesa del centro per l’ultimo appuntamento del calendario dell’Università per la cultura popolare. Il presidente del sodalizio Carlo Magni ha illustrato la storia della chiesa, l’altare e gli affreschi dell’abside, poi la lezione con concerto del maestro Sergio Paolini

VIDEO. La basilica, Biagio Bellotti e quella musica che conduce lontano

Un tuffo nella storia alla scoperta della basilica di San Giovanni con gli affreschi di Biagio Bellotti e un breve concerto d’organo con tanto di spiegazione degli spartiti. Un appuntamento in grande stile ha calato ieri pomeriggio, 17 maggio, il calendario dell’Università per la cultura popolare. Per l’occasione erano tanti i partecipanti del sodalizio bustese che hanno affollato la chiesa di San Giovanni.

Interessante il programma: il presidente dell’Università Carlo Magni ha tracciato la storia della basilica e degli affreschi di Biagio Bellotti.

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Dopo la spiegazione di quel che resta della precedente chiesa romanica, il discorso si è addentrato in date e particolari interessanti. Che hanno spaziato dalla visita pastorale di Carlo Borromeo nel 1582 con la traslazione della pieve da Olgiate a Busto e l’arrivo del suo braccio destro Francesco Maria Richini a quella del cardinal Federigo Borromeo nel 1608. «L’anno dopo – ha spiegato Magni – vengono abbattuti le absidi della vecchia chiesa romanica per far posto alla costruzione dell’abside. Nel 1614 si celebra la prima messa, l’anno dopo si erige la cupola. Dopo lo stop per la peste di cui restano due scritte sotto le finestre, la cupola viene completata nel 1635, nel 1646 c’è la consacrazione definitiva: due transetti, cappelle, doppia croce greca costituiscono la struttura. Poi iniziano i primi abbellimenti pittorici di Crespi Castoldi: una natività e la fuga in Egitto».

Un excursus pregevole che è proseguito con le pagine che hanno riguardato i dipinti del ‘600, la facciata completata ai primi del Settecento e l’altare maggiore cui s’inizia a pensare a metà Settecento. «Per questo venne chiamato un ingegnere idraulico, Ferdinando Pessina – ha proseguito il relatore – e nel 1750 arriva Biagio Bellotti, pittore, architetto e scultore che propone di affrescare l’abside e completare l’altare. Non sono mancate le critiche come la frase “un’angusta tribuna su una maestosa base” che in realtà è l’opposto». Bellotti affresca dunque la zona bassa con il battesimo di Gesù, tripartito con i discepoli di Giovanni Battista e la Gloria dello Spirito santo. In alto, il catino absidale con la Gloria del paradiso e gli angeli che svelano il paradiso e la volta del presbiterio con la Gloria di San Savino. Indiscutibile l’influsso del Tiepolo che da poco era a Milano.

Carlo Magni ha poi ceduto il microfono al maestro Sergio Paolini che ha illustrato la storia dell’organo e il funzionamento, suonando alcuni spartiti accompagnati da un’interessante spiegazione.

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Laura Vignati

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