Anche “Mimmo” festeggia il Napoli. Pronta la pizza scudetto: «Un cuore tricolore e tre mozzarelle»

Dopo 33 anni di lunga attesa, il Napoli ha vinto il suo terzo scudetto. Ieri, in piazza Garibaldi a Busto Arsizio sono stati in molti a festeggiare ma qualcuno l’ha fatto anche tra le mura di casa, come Domenico Rossi, fondatore della storica pizzeria di Sacconago “Mimmo”.

«Tanta gioia» sono le prime parole che dice Domenico pensando a ieri sera, ai festeggiamenti per il gol liberatorio di Osimhen e poi per l'urlo scudetto.
Lui che è un grande appassionato di sport, oltre ad averlo praticato in passato, ha dei valori: «Lo sport è educazione e vita, ti insegna ad essere educato. Bisogna festeggiare con rispetto, senza eccessi, perché non è sportivo e a me piace esserlo nella vita».

Una vittoria che a inizio campionato in pochi si aspettavano, con la partenza di grandi giocatori come Insigne, Koulibaly e Mertens, ma anche il mercato della Juventus e il ritorno di Lukaku all’Inter facevano pensare a una corsa allo scudetto contro il Milan, campione in carica, e il Napoli escluso. In seconda fila, almeno inizialmente. Ma «i giocatori in campo sono stati esemplari, perché sono professionisti seri. Il successo inizia dal basso, non dall’alto. Non sono sempre i soliti che vincono. I giocatori vanno all’estero, dove ci sono i soldi e alla ricerca di ricchi contratti per finire la carriera».

Domenico, però, si ricorda anche come ha festeggiato il secondo scudetto della sua squadra del cuore, nel 1990: «In giro con il mio Maggiolino numero 10, di Maradona», giocatore a cui aveva dedicato una pizza quando approdò al Napoli, con una mozzarella al centro per ricordare la palla.

E adesso, si pensa già alla pizza scudetto: «A forma di cuore, formando la bandiera dell’Italia con i condimenti – salsiccia e friarielli per il verde, burrata per il bianco e pomodoro per il rosso – e poi tre mozzarelle, per i tre scudetti».

Domenico ama il Napoli e ama la sua città, le sue origini e cerca di ricordarlo sempre nel suo locale che è: «Un po’ di Napoli a Busto».