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Busto Arsizio | 20 febbraio 2023, 08:00

L’Università popolare rispolvera Petrarca

Mercoledì 22 febbraio al museo del tessile di Busto Arsizio Giuseppe Frasso illustra la figura del poeta innamorato di Laura, evidenziando l’attualità del pensiero in un incontro dal titolo “Francesco Petrarca: ieri, oggi, domani”

L’Università popolare rispolvera Petrarca

Ha senso parlare di Francesco Petrarca oggi? L’autore di “Chiare, fresche e dolci acque” è ancora attuale? Il pensiero del poeta sfiorentinizzato può essere utile all’uomo di oggi? Una domanda retorica, almeno per l’Università cittadina della cultura popolare di Busto Arsizio che mercoledì 22 febbraio dedica una tappa del calendario all’autore aretino innamorato di Laura.

A sviscerare il pensiero dello scrittore che ha traghettato la letteratura italiana verso l’Umanesimo e il Rinascimento è Giuseppe Frasso che alle 15.30 al museo del tessile parlerà di “Francesco Petrarca: ieri, oggi, domani”.

«Petrarca è l’antico autore italiano (e non solo italiano) sul quale sappiamo di più – recita un comunicato - perché egli stesso ci ha lasciato una fittissima serie di testimonianze sulla sua vita, sui suoi studi, sulla sua biblioteca e sul suo modo di lavorare. Le vicende biografiche l’hanno messo in contatto con i centri di potere più significativi del Trecento: la Curia avignonese, il regno angioino di Napoli, le incipienti signorie italiane, in particolare i Visconti di Milano, i Carraresi di Padova e la repubblica di Venezia. Nonostante gli inviti di Firenze, mediatore l’amico Boccaccio, Petrarca non ha mai voluto accettare di risiedere nella sua città di famiglia (è, in effetti, un fiorentino sfiorentinizzato). Con lui nasce una figura nuova di intellettuale che non cerca, se non agli inizi della sua carriera, un luogo dove ottenere minestra e branda, sono i potenti dell’epoca che richiedono la sua presenza e il suo aiuto».

Ha scritto la maggior parte delle opere in latino (il latino, diverso dal latino “medievale” è la sua carta di briscola), ma la sua fama è affidata, per i più, a quello che viene chiamato Canzoniere (in realtà Rerum vulgarium fragmenta, Frammenti poetici in italiano), genere inventato da lui e non esistente prima di lui e che segna tutta la poesia lirica fino a oggi.

«Ripercorrere la sua biografia, seguire la fortuna delle sue opere e della sua biblioteca – prosegue - è anche capire come la cultura classica sia riemersa e sia andata sempre più affermandosi, dando origine a quel fenomeno culturale chiamato umanesimo che permise all’Italia, terra di conquista tra tardo Quattrocento e Cinquecento, di improntare di sé buona parte della civiltà europea».

Prossimo appuntamento con l’Università popolare mercoledì 1 marzo con la prof Anna Marinoni che delinea la figura di Eduardo De Filippo e la “Cantata dei giorni dispari”

Laura Vignati

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