Guerriero, gladiatore, grande atleta e grande uomo. Le parole accompagnano il dolore per la perdita di Sinisa Mihajlovic, scomparso oggi a 53 anni. LEGGI QUI
Uniscono tifosi di appartenenze diverse, che oggi si ritrovano a rendergli omaggio perché una volta c'è un'unica, grande maglia: quella della volontà, che è la capacità di lottare.
Il silenzio come un abbraccio
In questo fiume c'è qualcosa che colpisce particolarmente. Tre anni fa, in un momento durissimo, eppure così carico di forza e dignità per Sinisa: il campione serbo lasciò l'ospedale Sant'Orsola dopo 40 giorni di cure, si presentò nell'albergo del ritiro e poi in panchina al “Bentegodi”, per il suo Bologna che pareggiò con il Verona. Quel giorno chiedemmo un messaggio all'allora allenatore della Pro Patria Ivan Javorcic. Il tecnico croato disse così: «Ciao Sinisa, sei un esempio per la tua famiglia, la tua squadra, i tuoi tifosi e tutti noi! Vincerai perché sei un vincente nella vita: lo stai dimostrando con i fatti, lo hai sempre fatto! Navijam za tebe, legendo (Tifiamo per te, leggenda)».
Oggi Javorcic - artefice dell'approdo in serie B del Sudtirol e poi alla guida del Venezia fino allo scorso ottobre - ci affida la commozione così: «Difficile trovare parole... solo tanto rispetto nel silenzio. R.I.P. guerriero». Mandando poi un abbraccio grande a tutti i bustocchi. E tanti tifosi della Pro oggi hanno risposto con messaggi commoventi per Sinisa.
Sì, ha vinto Sinisa nonostante tutto. Perché la sua forza resta come un esempio, una guida. La guida che è sempre stato.
La politica e non solo
Lo ricorda anche la politica oggi e non conta il ruolo, il partito, nulla in questo momento.
Il presidente della Regione Attilio Fontana oggi ha reso omaggio a un «guerriero dello sport e della vita... Siniša Mihajlović è stato per tutta la vita un uomo vero, schietto e mai banale che nella carriera ha vestito i colori dell'Inter e del Milan. Un ottimo calciatore e un allenatore carismatico».
Ma anche amministratori del territorio, come il sindaco di Samarate Enrico Puricelli: «Una nuova stella brillerà in cielo». O quello di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello: «Addio campione in campo e fuori».
O chi, come il capogruppo della Lega a Busto, Alessandro Albani ha avuto diverse occasioni di incontrarlo a San Siro, scattare una foto insieme, «scambiare due chiacchiere... lui ha lottato con il temperamento sempre dimostrato in campo. Grande dignità, grande forza, un uomo che ho sempre considerato umile, sempre in difesa dei più deboli».