Domenica la festa al Mapei Stadium, dove il Milan battendo il Sassuolo ha conquistato il 19esimo scudetto della sua storia.
Il giorno dopo quasi nove ore sui pedali, dallo stadio di Reggio Emilia fino alla sua Busto Arsizio.
D’altra parte Giulio Rocchitelli, grande tifoso rossonero, l’aveva promesso: «Se vinciamo il campionato dopo undici anni, torno a casa in bicicletta».
Fioretto rispettato. C’è da dire che Giulio, titolare con il padre di un negozio di ottica del centro, è un ciclista appassionato, abituato a percorrere distanze importanti.
Ecco allora che ieri mattina, intorno alle 8, è partito dal Mapei Stadium alla volta di Busto passando per Brescello, percorrendo il ponte sul Po di Viadana e puntando Casalmaggiore, Cremona, Codogno, Pizzighettone, Casalpusterlengo, Pavia, per poi “girare intorno” a Milano e raggiungere la meta dopo le 17, per un totale di oltre 240 chilometri.
Il modo migliore per smaltire la sbornia di emozioni del giorno precedente. «Sono andato allo stadio con il mio amico d’infanzia Davide – racconta Rocchitelli con la voce ancora bassa per via dei festeggiamenti –. Devo ringraziarlo per aver messo a disposizione la sua auto, praticamente un pullmino che mi ha permesso di non smontare la bici, e soprattutto perché è stato lui a trovare i biglietti della partita».
Il cuore di Giulio è tinto di rossonero ma anche di biancoblù: «Ho seguito la Pro Patria in tutte le parti d’Italia e il Milan anche in Europa – spiega –. Poi gli impegni e la famiglia mi hanno un po’ allontanato dallo stadio, ma rimango un grande tifoso. Ho visto sette finali di Coppa Campioni». E il bilancio è positivo: quattro vittorie e tre sconfitte.
Domenica, forse anche per via di un pizzico di scaramanzia, non era certo del risultato: «Mi aspettavo un atteggiamento molto propositivo da parte del Sassuolo. Probabilmente il Milan è entrato in campo con un piglio diverso, ma non credevo che ci saremmo ritrovati sul 3-0 a fine primo tempo».
«Molti intorno a noi era sicuri della vittoria – prosegue –. Io però ero a Istanbul nella famosa finale col Liverpool persa nonostante il vantaggio di tre gol del primo tempo, quindi ero più cauto».
Questa volta nessuna spiacevole sorpresa per il popolo rossonero, tornato a festeggiare dopo undici anni.
D’altra parte Giulio e Davide avevano con loro uno striscione con una dedica “colorita” rivolta a un amico con cui per anni, da ragazzi, hanno seguito le partite del Milan. «È un portafortuna. Quando lo portiamo, di solito, le cose vanno bene». In questo caso, la tradizione è stata rispettata.
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