Nel 25 aprile di Busto Arsizio il ricordo della Liberazione dal nazifascismo si accompagna alla condanna della guerra in Ucraina. «L’inaccettabile attacco bellico della Russia di Putin fa piombare l’Europa in un passato che credevamo non sarebbe tornato», ha detto il sindaco Emanuele Antonelli durante la celebrazione, finalmente senza limitazioni legate alla pandemia.
L’avvicinamento alla giornata era stato accompagnato da polemiche intorno all’Anpi, dovute in particolare ad alcune dichiarazioni sulla guerra del presidente nazionale Gianfranco Pagliaruolo.
Il presidente della sezione di Busto Liberto Losa ha affermato che «noi pensiamo che l’Ucraina debba essere aiutata in tutti i modi possibili, senza tralasciare nessuna azione diplomatica tendente a raggiungere la pace».
La messa e il corteo
La giornata si è aperta con la messa al Tempio Civico antistante il municipio. Memoria del dolore, educazione alla pace e grande senso di rispetto reciproco sono stati i concetti chiave dell’omelia di monsignor Severino Pagani.
«Il pensiero va alle tragedie di dolore consumatesi durante la Seconda guerra mondiale ed è automatico il collegamento con quanto di antiumano sta accadendo in Ucraina», ha detto il prevosto. Forte l’appello rivolto a ciascuno di noi a «evitare anche i piccoli conflitti, le piccole violenze del cuore, le polemiche che diventano dissapore e distanza. La libertà si costruisce con la giustizia, e la giustizia significa non pretendere sempre di dover prendere qualcosa. Questa giornata ci porti a vivere tra noi con rispetto, guardando l’altro con attenzione, considerazione, disponibilità».
Dopo la messa, le autorità hanno deposto una corona al monumento ai Caduti in piazza Trento e Trieste e al monumento alla Resistenza in via Fratelli d’Italia. Nel mezzo, il corteo accompagnato dalla filarmonica Santa Cecilia di Sacconago, che ha intonato anche Bella Ciao.
Particolarmente partecipata la manifestazione organizzata dall’amministrazione comunale insieme alle realtà impegnate a mantenere viva la memoria (Anpi, Raggruppamento Patrioti Alfredo di Dio, ex Deportati, Comitato Amici del Tempio Civico, Amici di Angioletto, Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, Gruppo Alpini Busto Arsizio, Noi della Comerio Ercole, con il tavolo delle scuole superiori “La storia ci appartiene”).
Liberazione e guerra in Ucraina
«Celebrare il 25 aprile significa arricchire il nostro tempo, ricordando chi ha saputo riportare democrazia e libertà – ha sottolineato il sindaco Antonelli –. Drammaticamente oggi l’incubo ritorna e assistiamo a scene che pensavamo consegnate alla storia. Rendere omaggio ai caduti significa ricercare l’attualità del loro esempio, che ha un valore pedagogico oggi ancora più importante. Il ricordo non scomparirà se sapremo conservare quei valori e renderli sempre attuali».
Antonelli ha sottolineato come «con la pandemia si sia un po’ perso lo spirito che avevamo saputo costruire con le scuole. È il momento di riprendere quel filo che si è spezzato e riportare al centro i giovani e i ragazzi, senza i quali non si può parlare di pace e di futuro».
Per questo, ben vengano «iniziative, visite nei luoghi della memoria, convegni, incontri, articoli di giornale, anche le polemiche per le dichiarazioni del presidente dell’Anpi».
Il sindaco ha citato le parole di Liliana Segre, secondo cui «quest’anno non è possibile cantare Bella Ciao senza pensare al popolo ucraino che una mattina si è svegliato e ha "trovato l’invasor"».
Nella sua ricostruzione storica, il professor Robertino Ghiringhelli ha ricordato che Busto «è stata la prima città lombarda a essere liberata», evidenziando il contributo dei partigiani del territorio nella creazione della Repubblica dell’Ossola e le battaglie combattute fianco a fianco da operai e titolari delle fabbriche.
Concetto ribadito anche dal presidente dell’Anpi Losa: «Qui la Resistenza è stata una realtà corale che ha coinvolto industriali e operai, gente di popolo e uomini di cultura, persone di tutte le fedi politiche, dai monarchici ai comunisti».
E la festa del 25 aprile «è oscurata dagli eventi degli ultimi due mesi, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa. Noi pensiamo che l’Ucraina debba essere aiutata in tutti i modi possibili, senza tralasciare nessuna azione diplomatica, anche la più complicata. Questo è il compito dell’Italia e dell’Europa».
«L’anno prossimo – l’auspicio finale di Antonelli – aspetto tanti ragazzi delle scuole per festeggiare il 25 aprile e la pace, dopo questa maledetta guerra».