Il professor Carlo Cottarelli a un certo punto si alza. Lo fa per lanciare un appello agli studenti dell’Ite Tosi di Busto Arsizio. Un duplice appello. Alla presenza dei docenti e della dirigente Amanda Ferrario, l'economista ed editorialista (che fu anche premier incaricato per un giorno) prima ha parlato in modo chiaro e schietto della situazione economica e politica nel nostro Paese, in Europa e con lo sguardo che si amplia anche per la guerra in Ucraina, in un dibattito moderato dalla responsabile della nostra testata, Marilena Lualdi. Lo spunto era il suo libro "All’inferno e ritorno, per la nostra rinascita sociale ed economica” (edito da Feltrinelli), che attraversava l’epoca della pandemia anche con speranze per l’Italia del futuro. Poi il conflitto, appunto, che ha monopolizzato in gran parte i dettagliati quesiti dei ragazzi, anche per le sue ripercussioni politiche ed economiche, guidata dalla professoressa Antonella Maria Semilia.
Ma alla fine è l’economista ed editorialista Cottarelli a rivolgersi appunto ai giovani: «Voi siete pochi rispetto agli anziani, è una delle conseguenze del crollo demografico. Quindi se volete che le politiche siano fatte anche nel vostro interesse, non solo degli anziani, fatevi sentire di più. Gridate di più». Quindi, un altro appello: «Studiate. Impegnatevi. Guardate anche i grandi calciatori, sono quelli che si impegnano, seriamente, allora arrivano a giocare fino a 40 anni». C’è un’ altra espressione però in fondo che racchiude tutto questo. Ecco perché nel pur delicato quadro che emerge, senza nascondersi le ombre, Cottarelli sa spronare i giovani.
«Sta a noi».
Sta a ciascuno di noi fare la differenza, o meglio le scelte. Non ci sono vie tracciate, a cui non ci si può sottrarre. Lo Stato italiano non ha tagliato le spese inutili per concentrarsi su ciò che è importante, a cominciare dall’istruzione? Qualcosa si può fare, a partire dal voto. Basta votare chi punta davvero sul taglio degli sprechi e della burocrazia e non chi promette altre misure più popolari.
Cottarelli, otto anni fa, eseguì un dettagliato rapporto sulle spese inutili, non ebbe remore nell'indicare una spending review efficace. Ma è questo che si può, che si deve chiedere alla politica. E si torna sulla burocrazia. Un esempio proprio è la scuola: «Avevamo realizzato uno studio in cui emergeva che gli insegnanti erano costretti a impiegare altrettanto del tempo strettamente legato alla loro professione a compiti burocratici».
Un altro tema toccato nel libro e sottolineato dagli studenti, l’importanza dell’educazione civica proprio per compiere le scelte in consapevolezza. Qui ha sottolineato la dirigente Amanda Ferrario: «L'educazione civica nasce da dentro, è impossibile insegnare qualcosa quando si è già grandi, nasce dalla famiglia, a scuola si coltiva. Grazie, è un'occasione unica quella di oggi, di quelle che fanno la differenza nelle scuole».
Occasione colta con attenzione dagli studenti. Molte domande hanno riguardato la guerra appunto, ma anche il ruolo dell’Europa: «Dobbiamo stare insieme – ha detto Cottarelli – altrimenti facciamo la fine dei Comuni del nostro Medioevo. Poi, ci si combatteva tra di noi». E a proposito di guerre - è uno dei messaggi lanciati - accadono in un mondo governato da uomini.