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Calcio | 05 febbraio 2022, 20:50

«Io allo Speroni dopo due anni: ci ha tenuti in piedi un diciannovenne. Ma il più tigrotto allo stadio oggi era Gipo Calloni»

Il tifoso Lorenzo Pisani è tornato dalla sua Pro Patria, tra delusioni e speranza: «Avevo voglia di vedere gli amici e bisogna aiutare nei momenti difficili. Cosa serve? Per me un allenatore»

«Io allo Speroni dopo due anni: ci ha tenuti in piedi un diciannovenne. Ma il più tigrotto allo stadio oggi era Gipo Calloni»

«Avevo voglia di rivedere gli amici... E poi bisogna aiutare nei momenti difficili». Lorenzo Pisani è tornato allo stadio Speroni. Non ha visto la partita avvolto in un alone di romanticismo per questo, ha piuttosto assistito alla lotta di una Pro Patria che vuole salvarsi, ma sta facendo molta fatica, tanto più in un periodo di profonda incertezza societaria. Contro il Lecco la difficoltà, lo svantaggio, poi la reazione che ha portato al provvidenziale pareggio e quindi ancora in superiorità numerica non c'è stata la capacità di avanzare (LEGGI QUI).

Pisani, innamorato da sempre della Pro come della Ferrari, non la vede insomma correre verso la salvezza. Ma c'era e ci sarà allo stadio a sostenere la squadra. «Verrò ancora sì - spiega - Mancavo da due anni. Ho rivisto Daniele (De Grandis, ndr), Ale Gussoni, tanti altri. Lo spirito tigrotto in campo, quello dei Carmelo Dato, dei Tramezzani, dei Serafini, però, non l'ho visto». Non è un po' troppo severo con questi giovani che stanno dando tutto? «Ci ha tenuto in piedi un ragazzo di 19 anni (Ferri ndr) - risponde - Forse lui. E poi ah, se si potesse ritesserare Le Noci...». Beppe è nello staff della Pro Patria attualmente, ma quando lo si guarda durante gli allenamenti sparare i suoi tiri in porta, quel desiderio è condiviso.

Lorenzo analizza, critica, ma è tornato. Pur in tutte le incertezze del momento, Pisani chiede ai ragazzi di crederci. L'hanno fatto i personaggi da lui citati, nei momenti buoni e meno buoni.  Anche adesso che la situazione è complicata, dunque, si può e si deve: «Vedremo come si evolverà, in campo e in tribunale. Se no faremo il derby con il Legnano l'anno prossimo» commenta tristemente. E ancora: «Non servono 200 passaggi, ma un gol in più - afferma - Serve un nuovo allenatore».

In ogni caso, se Il "Piso", tra i fondatori di "100 anni di Pro" - il gruppo che si prodigò in una marea di iniziative per il secolo della Pro Patria, tutte indirizzate a cause benefiche da sostenere - deve pensare a chi è più tigrotto di tutti, in realtà preferisce citare un altro personaggio ancora: Gipo Calloni.

Ma attenzione, non (solo) il Gipo del campo, la vecchia gloria, che ci fa illuminare gli occhi mentre descrive le azioni più spavalde dei tigrotti, quelle che lui ha vissuto. Ci vengono in mente i suoi interventi accanto a Pippo Taglioretti, che abbiamo dovuto salutare due settimane fa, ed è difficile governare la commozione.

No, è il Gipo oggi allo stadio, accanto a suo figlio Luca. Dice Lorenzo: «Vorrei vedere in questi tigrotti la fatica, la determinazione di quest'uomo nel venire allo Speroni e sedersi vicino a me». Un grande calciatore, Gipo, un grande spettatore che non si riesce nemmeno a definire così: perché lui è un uomo d'azione sempre, e anche oggi l'ha dimostrato. Un uomo che vuole stare accanto alla sua Pro Patria.

Ma. Lu.


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