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Storie | 12 febbraio 2022, 07:20

Ferri, il tigrotto da 30 e lode anche fuori dal campo che ammira Seneca e Brahim Diaz

Il centrocampista della Pro Patria dopo un brillante percorso allo Scientifico sta frequentando sempre con ottimi risultati Ingegneria gestionale alla Liuc: «Cerco di dare il meglio di me specie nei momenti difficili»

Davide Ferri compie 20 anni a settembre

Davide Ferri compie 20 anni a settembre

Il settembre prossimo compie vent’anni, ma ha una testa, una determinazione e una tenacia che lo fanno sembrare molto più grande. È Davide Ferri, una giovane promessa del calcio bustocco, anzi già un riferimento all'interno della Pro Patria e anche autore del gol di sabato scorso contro il Lecco.

Insomma, un ragazzo del 2002 che l’anno scorso si è diplomato al liceo scientifico Tosi di Busto Arsizio, ora frequenta con successo ingegneria gestionale alla Liuc e con altrettante soddisfazioni milita nella Pro Patria.

Campo e libri

Un giovane che fa il suo dovere, si direbbe. In realtà Davide Ferri ha una marcia in più, nello sport, nella scuola, e nella vita. Concilia al top allenamenti, università, amici e riesce anche a ritagliarsi un po’ di tempo libero, rigorosamente alla sera però. Perché al mattino è impegnato a seguire le lezioni alla Liuc, al pomeriggio ad allenarsi, prima di cena ancora studio e poi relax. E i risultati sono eloquenti: sta frequentando da poco più di tre mesi l’università e ha già divorato sette esami: matematica e informatica con 30 e lode, due esami di statistica con 28 trentesimi, ancora en plein nei due esami di fisica e ora è alle prese con economia.

«Cerco di gestire al meglio il tempo a disposizione– spiega il tigrotto – Frequento lezioni anche in Dad, se ne salto qualcuna mi affretto a recuperarla e se ho un giorno libero mi porto avanti con lo studio. Il segreto del successo? Credo sia importante l’aspetto mentale, il cercare di migliorarsi e dare il meglio di sé soprattutto nei momenti difficili». E di periodi faticosi ce ne sono stati, eccome. Basti pensare alla pandemia che ha costretto i tigrotti a uno stop di quattro mesi di allenamenti in campo.

Ma Davide Ferri ha sempre tenuto i denti stretti, si è allenato in casa secondo i diktat del preparatore atletico ed è tornato in campo, pronto per qualsiasi sfida.

Il centrocampista dei tigrotti è nato a Gorla Minore. A sei anni, mentre frequentava le elementari Manzoni, il papà ha voluto che praticasse qualche sport. E lui ha scelto il calcio, prima nel Gorla Minore calcio, dopo due anni al Cairate, dopo un anno al Torino club, alla Castellanzese e al Roncalli prima di approdare alla Pro Patria, dove milita da sette anni, quattro nelle giovanili e da tre in prima squadra. A quattordici anni ha scelto di frequentare il liceo scientifico Tosi: «Mi sono sempre piaciute le materie scientifiche – ha raccontato – e molto anche il latino. Direi che mi sono appassionato a questa lingua che richiede logica nella traduzione, le stesse competenze della matematica. Poi mi piace scoprire l’etimologia delle parole. Il mio autore preferito era Seneca: ero attratto dal suo pensiero, dalle sue riflessioni, dalla sua filosofia».

Gli anni del liceo li ha trascorsi sempre con il massimo dei voti, media dell’8 e del 9 al termine di ogni quadrimestre e il giugno scorso si è diplomato con un’ottima valutazione. Insomma un ragazzo d’altri tempi, si potrebbe dire, se non per il fatto che il tigrotto trova il tempo anche da dedicare agli amici. E come tutti i ragazzi coltiva dei sogni.

Salire e il modello

La sua aspirazione è quella di salire di categoria, nella B e magari anche in A. Milanista da sempre, ha il suo modello in Brahim Diaz. «Perché? Semplicemente perché è un giocatore molto tecnico, riesce a dribblare e a saltare l’uomo, insomma mi piacciono i giocatori tecnici».

Laura Vignati


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