Come referente di quartiere a Beata Giuliana ha portato all’attenzione dell’amministrazione richieste e problematiche segnalate da chi vive nella stessa area della città.
A breve, grazie all’ottimo risultato personale e “di squadra” ottenuto con la lista civica per Antonelli sindaco, Alex Gorletta farà il suo debutto in Consiglio comunale.
Ma, anche da eletto, il suo intento è quello di impegnarsi da subito per potenziare o creare, laddove non esistessero, i comitati di quartiere. Portando la sua esperienza maturata negli ultimi anni.
«Da parte di tutta la lista e dello stesso sindaco – spiega Gorletta – è emersa la volontà di “ufficializzare” il ruolo del referente di quartiere. Non più, come ora, una persona a cui ogni tanto qualcuno si rivolgeva per avere qualche informazione, ma dei cittadini riconosciuti dall’amministrazione stessa. Magari un giovane e qualcuno meno giovane, in modo da riuscire a raggiungere persone diverse in ogni singolo quartiere o parrocchia.
I referenti non dovrebbero essere solamente dei catalizzatori delle segnalazioni, ma cercare di agglomerare quanta più gente possibile. Che poi si potrebbe ritrovare nelle riunioni di quartiere che pensiamo di organizzare ogni tre-quattro mesi, alla presenza di un assessore o del sindaco o di un gruppo di lavoro che stiamo formando».
“Ufficializzare”, in questo momento, non significa arrivare a vere e proprie elezioni di un comitato. Bensì dare una riconoscibilità a persone «seguite dai cittadini e identificate come riferimento a cui rivolgersi quando ci sono delle problematiche – precisa Gorletta –. Mettendo anche un po’ di ordine e andando oltre le foto postate su qualche gruppo social. Ci sarà un referente, magari indicato sul sito del Comune, con un contatto mail o un numero telefonico, che riporterà all’amministrazione la segnalazione. Questa potrà trasformarsi in una telefonata, in un contatto con un consigliere che farà un’interrogazione o una mozione, in un incontro pubblico che si terrà con una certa cadenza nel quartiere stesso».
Questa, insomma, l’idea di partenza: «Poi – prosegue il neo-consigliere comunale – se la cosa crescesse a tal punto da non poter essere gestita semplicemente così, faremo tutte le valutazioni.
Prima, però, vogliamo capire se si possa creare quest’humus per arrivare ad avere in ogni quartiere quello che io ho cercato di fare a Beata. A volte potrebbe anche bastare sentirsi su WhatsApp o ritrovarsi per una birra, senza creare qualcosa di molto strutturato. L’importante è che ci sia un gruppo consolidato di persone.
Personalmente, visto quanto ho fatto e, non dico l’esperienza ma la voglia di darmi da fare per il quartiere, all’inizio potrò impegnarmi insieme ad altri ad aiutare le persone interessata al progetto negli altri quartieri. Ovviamente – conclude Gorletta – più gente c’è, meglio è».