Tutto è iniziato a Busto Arsizio, dove era stata eletta in Consiglio comunale a 23 anni tra le fila della Lega. Poi, Isabella Tovaglieri è diventata assessore all’urbanistica (avviando il progetto relativo all’area delle Nord) e vicesindaco. La prima vicesindaco donna della sua città. Oggi, da eurodeputata, si candidata nuovamente con la Lega alle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre: «Un gesto di riconoscenza nei confronti di Busto», spiega.
Come mai, da eurodeputata, ha scelto di mettersi in gioco e candidarsi per il Consiglio comunale della sua città?
«Il cerchio si chiude. Tutto è partito da Busto, dove sono stata eletta in Consiglio comunale a 23 anni. Da lì è nato l’impegno politico che mi ha portato ad arrivare fino a dove sono ora. Dico sempre che il patrimonio di esperienze e di conoscenza che mi ha dato il Consiglio comunale è stato preziosissimo e mi è servito in tutti gli incarichi successivi che ho avuto l’onore di ricoprire. Auguro a qualunque giovane di fare questa esperienza.
Proprio perché sono partita da qui, e grazie al supporto di Busto e dei bustocchi il mio impegno è uscito dai confini cittadini, candidarmi per la mia città mi sembrava un gesto di riconoscenza nei confronti di Busto».
Dieci anni fa, giovanissima, entrava per la prima volta in Consiglio. Che ricordi ha di quella prima esperienza?
«In qualità di consigliere più giovane, durante la prima seduta mi fecero scoprire la targa dedicata ad Angioletto Castiglioni, a cui era intitolata l’aula consiliare. Per me fu un grande onore, sia per la persona di Angioletto, sia perché era un grande amico di mio nonno. Ricordo la grande emozione di entrare in quest’aula, il grande rispetto che avevo delle istituzioni: mi avvicinavo quasi con timore ai banchi della giunta».
Poi anche lei ha fatto parte della giunta, ed è stata la prima vicesindaco donna della sua città. Un motivo di orgoglio.
«Assolutamente. Un grandissimo orgoglio, un grandissimo onore e, ovviamente, un grandissimo senso di responsabilità che sento ancora oggi, pur non rivestendo attualmente incarichi all’interno del Comune.
Anche i miei colleghi all’Europarlamento sanno con quanto orgoglio ogni giorno vesta la maglietta di Busto Arsizio e in generale della provincia di Varese. Ci tengo molto e, anche in quest’ultimo periodo, ho fatto in modo di non far mai mancare la mia presenza sul territorio e di mettermi a disposizione anche in questa nuova veste di “collante” tra il territorio e l’Europa».
Da assessore ha avviato il progetto relativo alla riqualificazione dell’area della Nord che può cambiare il volto di una parte importante della città.
«Avendo un’estrazione diversa – ho fatto studi giuridici – ho approcciato l’incarico all’urbanistica con titubanza. Però ho pensato che se mi fossi impegnata, con l’aiuto di una squadra validissima in Comune che ha poi fatto la differenza, avrei potuto dare un contributo alla città.
Quando mi hanno affidato il compito relativo al progetto dell’area delle Nord, ho pensato che si trattava di uno scoglio arduo, dal momento che era un punto urbanistico irrisolto da tantissimi anni.
Poi, con l’entusiasmo travolgente dei giovani dell’urbanistica che si sono messi a disposizione, siamo riusciti a fare un progetto che, nonostante fosse ambizioso, era realizzabile, visto che ora ci sono dei piani urbanistici di privati pronti a partire. Evidentemente quello che avevamo pensato non era un’utopia».
In passato ha dichiarato che nei momenti più significativi della sua vita – anche – politica, c’è una guida a cui si rivolge. Immagino che anche in vista di questa nuova sfida il pensiero vada a suo nonno Giancarlo, che fu sindaco di Busto.
«Prima ancora che Salvini facesse la “rivoluzione del buonsenso”, quando gli chiesi cosa fare una volta eletta, il primo consiglio che mi diede mio nonno fu quello di usare il buonsenso. È la regola principe e io faccio tesoro di questo consiglio e faccio in modo, per quello che posso, di attuarlo sempre. Ovviamente spetta ad altri giudicare se faccia bene o male».