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Storie | 11 luglio 2021, 08:45

VIDEO - Fede goes to Tokyo...La Cesarini, un ciondolo e il sogno a cinque cerchi

L'atleta di punta del canottaggio provinciale è partita ieri per il Giappone, dove affronterà la sua prima Olimpiade. In valigia curiosità, ambizione, affinità con la compagna di barca Valentina Rodini e un portafortuna speciale, regalatole dal fratello Matteo e dalla cognata

Foto Alessandro Galbiati

Foto Alessandro Galbiati

Mattinata di saluti ieri per l'atleta delle Fiamme Oro Federica Cesarini, nella sua base di Gavirate. Dopo qualche ora infatti, l'atleta di punta del canottaggio femminile provinciale è partita in direzione di Fiumicino, dove ha raggiunto i suoi compagni per poi imbarcarsi sul volo diretto a Tokyo ed affrontare la sua prima esperienza olimpica.

L'attesa per le sue prove è grande: le gare del canottaggio saranno trasmesse in diretta dalla Rai e Federica esordirà in una delle tre batterie di sabato 24 luglio, 10.50, 11:00 o 11:10. Il Giappone è avanti 12 ore rispetto all'Italia. 

Quella appena trascorsa è stata una settimana di avvicinamento densa di impegni per la sportiva gaviratese classe '96 che, dopo aver partecipato insieme ai suoi colleghi all'incontro con il Presidente della Repubblica, ha ricevuto il premio internazionale "Evento Donna" (insieme alla sua compagna di barca, Valentina Rodini), dedicato quest'anno alla figura di Carla Fracci. Un riconoscimento che premia le eccellenze femminili e maschili che hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo dell'universo femminile in ambito artistico, sociale, scientifico, fashion, sportivo e giovanile.

Federica poi si è concessa gli due ultimi giorni in famiglia prima di affrontare questa nuova esperienza sportiva. Ecco le sue parole in esclusiva a VareseNoi.

Hai idea di quello che troverai in Giappone, ad un evento olimpico che ti vede per la prima volta protagonista?

«Sinceramente no, e questo mi mette un po' di ansia, ma ho la fortuna che la mia compagna di barca Valentina (Rodini, ndr) ha già partecipato e mi ha dato una mano nel capire come fare la valigia che la Federazione ci ha mandato. Mi ha detto che se qui sono abituata ad avere tutto a portata di mano, durante le Olimpiadi tutto è più grande, anche le distanze, e perciò pure i tempi di percorrenza tra un luogo e l'altro».

In buona sostanza ti allenerai nei tempi rimanenti tra gli spostamenti?

«Praticamente si... (Ride)»

Come hai vissuto il periodo del Covid sapendo che avresti dovuto partecipare a questo evento?

«Ho avuto la fortuna che il comandante delle Fiamme Oro, che ringrazio, ha voluto tenerci nella "bolla" a Sabaudia, allestendo una palestra provvisoria in casa, così da permetterci di allenarci con regolarità anche stando fuori dall'acqua. Questo mi ha permesso di migliorare notevolmente e soprattutto di non fermarmi per via del virus, come è capitato al mio ragazzo per esempio. Ho avuto uno stop solo qualche giorno dopo la vaccinazione, perché la prima dose è stata pesante, ma nonostante questo e soprattutto grazie a questo, ora sono più forte»

Con Valentina hai avuto modo di parlare e allenarti in questi mesi?

«Purtroppo non abbiamo potuto allenarci insieme nei mesi di maggio e giugno, perché io ero in ritiro a Sabaudia e lei ha avuto un piccolo infortunio che fortunatamente pare rientrato. Comunque abbiamo parlato e siamo molto serene, perché abbiamo la fiducia della Federazione e di tutto lo staff. La barca è fantastica, pronta a gareggiare, e noi pure».

Federica, come sei arrivata al canottaggio?

«Me lo ricordo bene, perché dal ghiaccio son passata all'acqua. Sì, prima del canottaggio giocavo a hockey con mio fratello e pattinavo con mia mamma. Però poi mi stancai di fare tutte le volte la strada da casa a Varese e vice versa, così ho deciso di andare alla Canottieri sotto casa. L'allenatore Mario Gioli mi mise su una barca dell'otto con come timoniere, ma io non ero contenta. Lì ho capito che volevo remare...»

Il remo non l'hai mollato, nonostante gli studi?

«Sì, anche se con non poche difficoltà son riuscita a laurearmi in scienze politiche. Era il mio sogno, riuscire a combinare studio e sport».

Ultima domanda: cosa ti porterai da Gavirate per sentirti vicina a casa?

«Mi porterò questo ciondolo che mio fratello e mia cognata mi hanno regalato per l'occasione, così da sentirmi più vicina a loro e a tutta la mia famiglia».

Dopo l'impegno delle Olimpiadi parteciperai anche ai mondiali di Shanghai, sempre che questa pandemia lo permetta. E dopo ancora?

«Confermo, Valentina e io andremo a Shanghai, un altro paese, insieme al Giappone che non ho mai visitato, ma dopo sinceramente spero di potermi fermare a riposare un poco qui a Gavirate».

Qui l'intervista video di Alessandro Galbiati

Alessandro Galbiati

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