Il Comitato Inceneritore e Ambiente di Borsano, dopo l'assemblea di ieri, leggi qui, che ha sancito il piano di salvataggio e rilancio di Accam «non crede più alle belle parole uscite nei confronti dell'economia circolare, non si vede questa energia positiva» sottolinea il portavoce Adriano Landoni. «Vogliamo vedere i fatti non come è stato detto inceneritore green, perché produce un po' di acqua calda. Vorremmo far capire la nostra paura. Questo inceneritore è già stato causa di molti incidenti, abbiamo paura per il prossimo periodico incidente... che danni farà alla salute e all'ambiente?».
«Ancora una volta si dice che occorrono tanti anni per passare all'economia circolare senza inceneritore, quando esistono realtà nel Veneto che fanno raccolta differenziata all'88% e smaltiscono il rimanente senza inceneritore».
Il Comitato sottolinea ancora: «Perché non convocare le aziende dell'eccellenza bustocca nella produzione e anche nello smistamento plastica e costruire macchine da smaltimento a freddo? Non si capisce cosa possa centrare una società che tratta acque (Cap Holding, ndr) con lo smistamento rifiuti a Borsano, a meno che oltre ai rifiuti secchi e sanitari si voglia far bruciare anche i fanghi, ancora una volta contro l'economia circolare».
Su quello che si aspetta nel prossimo futuro, il Comitato Inceneritore e Ambiente di Borsano ha le idee chiare: «Vogliamo vedere i fatti, basta prenderci in giro». Il fatto concreto nelle intenzioni del Comitato sarebbe un «piano di dismissione dell'inceneritore. Si può fare - incalza Landoni - questo a noi interessa. Altrimenti a Borsano faremo suonare le nostre campane e torneremo in trincea come abbiamo già fatto, per tutelare la nostra salute e l'ambiente».