C’è qualcosa, c’è molto contro cui il virus non può niente: è l’unione di un gruppo, è l’amicizia, dice Kolaj. Guardi negli occhi di Aristidi, attaccante della Pro Patria e cogli il progetto di Sandro Turotti, di Ivan Javorcic al volo. A quasi 22 anni, Ari parla a “Stadio Aperto” e sembra così adulto.
Poche volte ci sembra di sentirlo, vederlo ragazzino. Come quando, sollecitato da un tifoso, confessa che sì, ha cambiato colore dei capelli perché aveva voglia di fare qualcosa di diverso e gli ha portato pure bene: in campo ha segnato dopo pochi minuti domenica contro il Piacenza (LEGGI QUI).
Al talk show della nostra testata - guidato da Marilena Lualdi e scandito anche dalle video domande dei tifosi - Kolaj ha spiegato, fatto sorridere, commosso, spronato.
Il suo idolo da ragazzino? Ronaldinho, ora Ronaldo.
GUARDA IL VIDEO
Il suo gol ha sbloccato la partita domenica scorsa, ma che affiatamento con l’altro bomber, Latte Lath: «Sì, c’è stato molto feeling tra di noi, la voglia di mostrare il nostro valore. Ogni domenica cerchiamo di mostrare ciò che valiamo e che possiamo dare alla squadra». Kolaj ci ha guidato dentro la sua vita, quando aveva sei anni e sì, voleva giocare, ma papà lo considerava troppo piccolo. Poi a un allenamento del fratello, il mister ha bisogno di un giocatore per una partitella, lo fa entrare: «Mi hanno buttato dentro, da lì l’amore che mi ha portato finora a giocare il calcio».
Varese, Como che gli fa assaporare il calcio dei grandi, Sassuolo che significa un altro gradino ancora. Ma arriva alla Pro Patria e quanto si sente tigrotto, non lo nasconde. Appassionato del progetto biancoblù e di questi tifosi che non ha potuto vivere fino in fondo allo Speroni apparentemente con la pandemia, eppure sente così dentro di sé. Che emozione, confida, quando tornano da Lucca il pullman della squadra ha trovato un’accoglienza da re, con cori e fumogeni. Sì, Aristidi è anche un ragazzo, che fuori dal campo deve trovare un modo di svagarsi la sera così diverso con l’emergenza sanitaria, allora vai con la tv in famiglia e i giochi virtuali con gli amici. Però è bello condividere anche con i tigrotti: «Il Covid non può fare nulla sull’amicizia, sul gruppo che abbiamo creato».
Racconta a Lorenzo Pisani che sì, indossare la maglia della nazionale albanese è un’emozione indicibile. Svela ad Andrea Fazzari la sua virtù di calciatore ma anche un difetto, che si intestardisce.
A Luca Cirigliano, che oltre alla domanda sui capelli, gli chiede sul giusto atteggiamento dei bimbi che si avvicinano al calcio: «Quando sei piccolo, devi saperti integrare. Non importa che ti facciano giocare di più o di meno, devi metterti sempre a disposizione, devi essere utile alla squadra e professionista anche fuori dal campo». GUARDA IL VIDEO
Ascolti Ari, la sua gratitudine a Turotti, che gli è stato vicino anche durante all’infortunio, la sua dedizione alla presidentessa Patrizia Testa, l’apprezzamento verso la sua famiglia che gli è sempre stata accanto e da cui si è dovuto staccare per lavoro giovanissimo. Ma poi la sua amicizia con Daniele De Grandis, che gli affida la lezione più importante: «Non pensare ai soldi, pensa con il cuore…».
GUARDA IL VIDEO
Aristidi si illumina di fronte all’amico, ancora più giovane di lui al quale spera di poter dare presto la maglia, felice allo stadio insieme agli altri sostenitori: «Tu sei il nostro tifoso numero uno. Ti ringrazio, mi fai sentire importante. Ti voglio bene».
RIGUARDA LA PUNTATA