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Calcio | 12 giugno 2025, 12:24

Disabato, conta l'emozione non la categoria: l'uomo promozione ha colpito ancora. Sesto trionfo con il Chiasso

Il trentacinquenne centrocampista ex Pro Patria, vincente per eccellenza, festeggia l'ennesima promozione con la storica maglia dei ticinesi. E alla fine ecco la foto simbolica sulle spalle di papà Michele, un rito che si ripete ad ogni momento felice dai tempi della Pro Vercelli: «Disa, non cambiare mai»

Donato Disabato sulle spalle di papà Michele (a destra) dopo l'ennesima promozione con il Chiasso, salito in seconda lega (a sinistra la fotocomposizione e la foto di @anetajurczenia dalla pagina Facebook ufficiale dell'FC Chiasso)

Donato Disabato sulle spalle di papà Michele (a destra) dopo l'ennesima promozione con il Chiasso, salito in seconda lega (a sinistra la fotocomposizione e la foto di @anetajurczenia dalla pagina Facebook ufficiale dell'FC Chiasso)

Che sia un uomo vincente lo sa bene anche Busto Arsizio: Donato Disabato è stato uno dei protagonisti della promozione della Pro Patria dalla Serie D alla C nella stagione 2017-2018, con Ivan Javorcic in panchina e Mario Santana capitano.
Un'annata perfetta, culminata con la vittoria dello scudetto di Serie D. E oggi, a 35 anni, l'ex tigrotto continua a scrivere pagine emozionanti di calcio, come l’ultima, meravigliosa, promozione con il Chiasso.

Che sia un uomo vincente, anzi un giocatore da promozione da avere sempre in campo nelle partite decisive lo sanno anche i sassi e, soprattutto, chi vive il calcio con cuore e passione. Ma vederlo ogni volta sul campo a festeggiare un nuovo trionfo, che sia la promozione in B, in C, a Paradiso o a Chiasso, rappresenta la bellezza del calcio. Conta l'emozione, non la categoria. E, nel caso di Donato Disabato, trentacinquenne varesino, conta il brivido che solo pochissimi riescono a provocare negli amici, nei tifosi, nei compagni e in chi l'ha conosciuto sui campi o fuori. Quel brivido che ti rende felice nel vederlo felice. 

È successo ancora: "Disa" stavolta è stato promosso con una maglia storica come quella del Chiasso, ripartito dalla terza lega e ieri sera, in un ambiente d'altri tempi, con il pubblico ammassato a bordo campo, ha vinto lo spareggio di Sementina (Bellinzona) contro i Carassesi che metteva in palio la seconda lega. L'ha vinto alla Disabato: stringendo i denti per un problema al polpaccio, l'ha vinto con l'assist del primo gol, l'ha vinto fiondandosi in campo dalla panchina ad abbracciare Kate, autore del gol del 3-2 decisivo in mischia dopo 118', a un passo dai rigori.

E, poi, l'ha vinto anche festeggiando prima con i suoi tifosi e la sua famiglia, poi sulle spalle di papà Michele, una foto che è un rito dai tempi dei trionfi alla Pro Vercelli (2 campionati vinti dalla C alla B), alla Pro Patria (dalla D alla C), al Varese (quei playoff vinti in D a Sanremo per tutti quelli che c'erano sembravano davvero schiudere le porte della C, come promesso nel dopo gara e per un mese e mezzo dalla società: mai disillusione fu più atroce), al Paradiso  (dalla Prima Lega alla Prima Promotion) e ora a un Chiasso splendidamente organizzato grazie al presidente Marco Armati e ai suoi collaboratori, all'allenatore Damiano Meroni e uno staff tecnico dirigenziale davvero da categoria superiore. A dire la verità, c'è anche un play out a Prato, ovviamente vinto, per restare in C.

«Disa non cambiare mai» disse chi vuole bene a Donato una sera dopo averlo abbracciato in lacrime in un momento di massima sofferenza. E glielo dice anche oggi. 

A. C.


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