Oggi, venerdì 5 marzo, primo giorno di zona arancione “rafforzato” e nuovo primo giorno di Dad per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Ieri, al suono dell'ultima campanella, il rettore del Collegio Rotondi di Gorla Minore, don Andrea Cattaneo, ha deciso di mettersi vicino al cancello, «anche all'ora di uscita. Ci tenevo davvero tanto a salutare i ragazzi, i miei studenti e i loro genitori. Da domani (oggi per chi legge, ndr) si fa lezione ma non si fa scuola. Ubbidisco, perché bisogna dare il buon esempio, ma non comprendo».
Proponiamo di seguito il “post” integrale di don Andrea Cattaneo, che invita ad una riflessione «ragionando da educatore». (leggi anche L'OPINIONE – Abbiamo tradito i nostri bambini)
La lezione è salva, ma non si fa “scuola”
Tutte le mattine aspetto gli alunni sul cancello all'ingresso della scuola per dare loro il benvenuto.
Oggi ho scelto di posizionarmi vicino al cancello anche all'ora di uscita.
Ci tenevo davvero tanto a salutare i ragazzi, i miei studenti e i loro genitori.
Ho avuto modo di osservare diversi volti: dai più piccoli ai più grandi.
Tutti erano accumunati da uno sguardo che faceva trapelare smarrimento e incertezza.
Lo smarrimento dei bambini del primo anno che non capiscono fino in fondo quello che sta succedendo; l'incertezza e la paura degli altri alunni che hanno già vissuto lo scorso anno una situazione simile. E temono che... anche se non lo dicono!
Volti di genitori, di nonni preoccupati e spaventati.
Oggi non c'è spazio per le polemiche, forse per qualche lacrima di dispiacere... oggi regna l'incertezza e la paura.
“Don ci rivedremo presto”! “A presto ragazzi!” Dietro queste parole tutte le ferite di questo periodo.
Sì, al Collegio Rotondi da domani riprenderemo la Dad, e lo faremo in modo serio, lo faremo rispettando l'orario scolastico in base alla tenuta e alla capacità legata all'età.
Lo faremo seriamente, perché lo dobbiamo a questa generazione.
Ma resta un vuoto, resta uno spazio incolmabile che si chiama prossimità.
Quella non può essere colmata con una videolezione! Quello spazio e quel vuoto sono ciò che mi fanno più paura in questo momento.
Ragiono da educatore, e mi domando se ciò non era evitabile.
Non mi fido più! Non ci sto. Non ci vedo chiaro. Ubbidisco, perché bisogna dare il buon esempio, ma non comprendo.
Questo è il fallimento di un sistema che non mette al centro il benessere dei ragazzi.
Non ci credo che non si potevano trovare soluzioni: sono tuttavia convinto che questa era l'unica soluzione possibile in un momento di emergenza causato da un inerzia e da una incapacità assoluta.
E da domani si fa lezione, non si fa scuola!
La lezione è “salva” grazie alla Dad, ma “scuola” non la si può fare con uno schermo.
Ne pagheremo le conseguenze, e saranno davvero gravi perché la didattica senza scuola non educa.
Si da domani si fa lezione, non si fa scuola. Non mi dicano che nei giorni di scuola si possono conteggiare anche queste giornate! Non è vero!
Si fa lezione... e istintivamente penso a quegli alunni meno fortunati che non hanno professori con grande senso del dovere e di responsabilità e che dunque si limiteranno al minimo e che si sentiranno già in vacanza...
Penso che gli alunni che vivendo in zone meno fortunate non hanno la connessione...
Penso a quelle famiglie che in questo momento disperatamente stanno trovando soluzioni per la gestione quotidiana dei prossimi giorni.
Penso... nella certezza che i giorni di didattica a distanza non sono giorni di scuola!