Ieri... oggi, è già domani | 01 marzo 2021, 06:00

... a culundroga...

I bimbi, non ne potevano più dallo stare rinchiusi in casa (ora, anche gli adulti)

... a culundroga...

Il cielo di marzo....aria dolce, l'azzurro che fa da cornice al sole. Non è ancora primavera, ma le avvisaglie si fanno sentire. Anche il pullover addosso, comincia ad essere superfluo. Tuttavia, meglio "stare ai primi danni" come diceva mamma "mèi stò ai primm dogn". Marzo è "pazzo" e non si sa mai ...."marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l'ombrello" (lo dicevano i nostri vecchi). A marzo, tuttavia, il cielo si increspava per una pioggerellina "argentina", poi si amavano maggiormente i colori. Non più il grigio dell'inverno, ma ecco la primavera in giardino con i fiori a danzare nel verde, in attesa delle api "sbarazzine" che volteggiano sorridendo.

I bimbi, non ne potevano più dallo stare rinchiusi in casa (ora, anche gli adulti). Quindi, corse nei campi a tutto spiano, con una "specialità" preparata nel chiuso delle pareti, pronta ad esplodere i colori. Si tratta della "culundraga" (la coda del drago - sic) e prima di svelarne la traduzione (per i non Bustocchi) faccio una telefonata al Giusepèn. Non gli pongo la domanda. Dopo i rituali saluti, gli dico: "culundroga" e lui, d'acchito fa "mo, lu ciamàn aquilone ....nu fèi tanti, ma tanti a se". Certo, la "culundroga" è l'aquilone. Si preparava con la collaborazione dei genitori....io, lo (o la) preparavo con papà. Condivisione di estro e di amalgama di colori, con tanto di "ornamento" a piacere.

Si acquistavano le bacchette di legno fine, con una cordicella leggera tutta bianca. Poi si tendeva la bacchetta sino a formare una specie di arco e si legavano le estremità con la corda. L'altra bacchetta la si metteva nel mezzo dell'arco sino a formare un "telaio" che si copriva con carta velina leggera; la carta più leggera che c'è, con colori sgargianti che somigliavano alle ....tute dell'Anas o della Croce Rossa. Poi si procedeva ai dettagli....magari formando la "coda" dell'aquilone, con anelli di vario colore. Stesso lavoro, anche per le "ali" creando armonia di colori, magari assoggettando uno stile particolare che era tipico del "costruttore".

Infine, si prendeva un gomitolo di filo (quello usato da mamma per rammendare) e si allacciava la sua estremità al centro dell'archetto .....(c'era chi aveva le proprie teorie e allacciava il filo nei pressi della punta dell'aquilone o magari non proprio al centro dell'archetto) e....si era pronti per il decollo.

Vedevi queste "delicatezze" volteggiare del cielo, rispettando il volo di altri aquiloni. Sembrava un "Carnevale" ritardato senza le maschere; semplicemente, quel cielo, somigliava a un giardino con le "primule" animate a mostrare la varietà dei loro colori. Trovavi anche viole mammole dal profumo intenso e dalla livrea elegante e.....bambini indaffarati a sostenere il volo, modulando l'andatura col vento a orchestrare le manovre. Altro che ....Formula 1 ... qui erano in gioco: abilità ed eleganza di manovra, nel rispetto delle manovre altrui.

Da non dimenticare gli "incoraggiamenti" della platea, formata dai compagni di giochi a "tifare" per questo o quello, quando si trattava di regolare l'altezza, dove andavano a specchiarsi gli aquiloni. A volte, una virata repentina (come può succedere a Luna Rossa) costringeva a manovre azzardate. E lassù, dove il cielo applaude senza favoritismi, ammirava la "corsa pazza" e "gentile" di aquiloni in vena di dare spettacolo.

Tutti col naso in su, appiccicato all'azzurro dell'infinito....poi si eseguiva la manovra inversa, molto delicata e pericolosa (per gli aquiloni). Magari un filo che si spezzava e la "navicella" si perdeva negli anfratti del vento malizioso oppure l'aquilone naufragava nell'abisso dello strapiombo, sotto i pianti di bambini delusi....oppure, la "nave" approdava in porto sotto lo scrosciare degli applausi di un pubblico eterogeneo felice e contento. Mi piacerebbe rivedere gli aquiloni ....non quelli moderni o già creati con la plastica o "accorgimenti" vari. Parlo degli aquiloni con le bacchette leggere, la carta velina, la colla da usare per inanellare i cerchi. Lo so....mi direte.... ora siamo moderni e tu sei rimasto a quei tempi. Rispondo ciondolando la testa con un no pacato ....vero, sono antico, conosco il modernismo, ma vuoi mettere la Poesia di un volo d'aquiloni che nuota nel cielo portando in alto il nome di ogni bambino (e del suo papà). Si, perchè quegli aquiloni erano firmati ....una iniziale, un disegno, una sigla ....per unire la gente dentro il dialogo dell'amore.

 

Gianluigi Marcora

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