«È qui contro il Covid?». Un signore dai capelli bianchi chiede conferma, anche se i cartelli sono disseminati lungo il vialetto che conduce al padiglione Pozzi a Busto Arsizio. È come quando ti risvegli da un incubo e hai bisogno di sentirtelo dire, ancora una volta.
Sì, è qui “contro il Covid”. Tanti anziani sono arrivati accanto a un figlio, al marito o alla moglie. C’è anche chi si è presentato orgogliosamente per conto suo: «Ce la faccio, grazie».
Gli operatori li hanno accolti con premura, qualche battuta in dialetto per stemperare un’eventuale preoccupazione. Ma questa generazione ha un altro stato d’animo prevalente: dopo tanti mesi di restrizioni e sacrifici, conta potersi riprendere un pezzo di vita. Nel primo giorno, 570 gli anziani prenotati nell’Asst Valle Olona, quindi negli ospedali di Busto Arsizio, Gallarate e Saronno. Altrettanti venerdì, settimana prossima 2mila persone.
Si è operato all’interno delle strutture ospedaliere per questa fascia, perché – spiega il direttore generale Eugenio Porfido – abbiamo privilegiato una logica di sicurezza».
A Busto, il padiglione Pozzi ha lo spazio dedicato al secondo piano, ci sono gli ascensori. Chi è allettato – ricorda il direttore sociosanitario Marino Dell’Acqua – tra gli over 80, chi insomma non può recarsi in ospedale, deve fare la segnalazione o al medico di medicina generale o all’Ats Insubria (800.769622) per ottenere la vaccinazione a domicilio.
Chi riesce a venire, deve osservare una serie di comportamenti per aiutare lo svolgimento delle operazioni, perché sia rapido e agevole per tutti. Ecco perché si insiste: bisogna portare, oltre alla tessera sanitaria, l’anamnesi e il consenso informato già compilati: così si evita di perdere tempo e creare assembramenti. (LEGGI QUI COSA FARE E SCARICA I MODULI)
Per agevolare persone che camminano ma possono avere difficoltà, più o meno accentuate, legate all’età, si sta studiando come migliorare l'area per i veicoli vicino al padiglione nel caso di Busto, permettendo passaggi per far scendere l’anziano a bordo e restare lì per il tempo del vaccino.
«È la prima volta che capita nella storia della sanità, con questi numeri – sottolinea il dottor Porfido – è fondamentale la partecipazione del cittadino». Presentarsi puntuali è importante, l’anticipo eccessivo non è opportuno. «Se rispettate l’orario di appuntamento è meglio. Non arrivate tantissimo prima, tanto vi vacciniamo tutti» raccomanda Dell’Acqua. GUARDA IL VIDEO
I più preoccupati o critici sono gli accompagnatori degli over ottanta. Perché tra gli anziani – e si è partiti da chi aveva l’età più elevata – vinceva la felicità. «Con una signora - racconta il dottor Porfido sorridendo - ho dovuto discutere perché lei diceva che non voleva essere vaccinata, ma perché diceva: prima fate i giovani e i medici e infermieri. Le ho risposto che gli operatori l’hanno fatta già. E un paese che dimentica gli anziani, è destinato a morire».