Almeno non è più possibile accedere all’immobile vero e proprio: questo era lecito pensare osservando l’edificio di vicolo Landriani che lambisce l’ampia area parcheggio a due passi dal centro. I varchi erano stati bloccati con grate. Dunque, al di là di abbandono e incuria, e oltre a segni evidenti di passaggi ai piedi del palazzo, si poteva pensare che nessuno frequentasse più i locali e le parti interne, notoriamente visitate in passato da frequentatori occasionali e non.
Ma all’indomani dell’articolo uscito un paio di settimane fa sulla situazione precaria del luogo (vedi QUI) non erano mancate segnalazioni concordi da parte di persone che vivono nei paraggi o ci lavorano: quegli spazi, anche quelli teoricamente resi inaccessibili, sono ancora abitati.
Oggi i passanti possono scorgere una prova, più che un indizio: uno dei cancelletti di accesso è aperto. E che sia stato il vento a determinare lo spostamento appare impossibile. Chi entra? Si tratta di un inquilino occasionale o fisso? Di qualcuno che accede per compiere una bravata o di persone che hanno bisogno di un tetto sopra la testa, seppure freddo e insicuro? Se capitasse un incidente ci sarebbe la possibilità, per l’inquilino o gli inquilini, di chiedere aiuto, di dare l’allarme?
Intanto anche lo spazio verde in fondo al parcheggio resta in un limbo: cancello aperto, nessun cartello informativo su aperture e regolamento, cestini per la spazzatura privi di sacchi per essere svuotati e colmi di rifiuti. Poca cosa, a ben vedere, rispetto alla precarietà che trasmette, non da ora, il vicino immobile.
