/ Busto Arsizio

Busto Arsizio | 24 novembre 2025, 15:09

Una conferenza per rileggere la storia economica di Busto Arsizio

Il professor Pietro Cafaro torna all’Università cittadina per la cultura popolare per completare il viaggio nella storia delle banche bustesi. Dalla meteoritica ascesa della BIS al ruolo visionario della BAM di Benigno Airoldi, la conferenza ricostruisce un secolo di ambizioni e crisi. Un racconto che rivela come il credito locale abbia modellato l’identità economica di Busto Arsizio

Quando una città cresce, non lo fa solo grazie alle sue fabbriche, ma anche alle banche che la sostengono, la finanziano e talvolta la tradiscono. È da questo intreccio di fiducia, rischi e rinascite che partirà il professor Pietro Cafaro nella conferenza di mercoledì 26 novembre, riportando alla luce le vicende sorprendenti — e spesso drammatiche — delle storiche banche bustesi. 

Il relatore: un economista della storia

Pietro Cafaro è docente all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, già direttore del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea e professore ordinario di Storia economica. Attualmente insegna questa disciplina nella facoltà di Scienze politiche e sociali. Nel corso della sua lunga attività accademica ha tenuto corsi di Storia della moneta e della banca nelle Facoltà di Economia e di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, dedicando particolare attenzione al funzionamento del credito cooperativo e alle sue ricadute territoriali.

Studioso degli aspetti finanziari dell’evoluzione economica, Cafaro ha insegnato anche nelle Università di Trento e Cassino, pubblicando numerosi volumi e saggi specialistici. Fa parte del comitato scientifico di diverse riviste e del Centro di Ricerche sulla Cooperazione di Credito dell’Università Cattolica. Dirige la “Rassegna Gallaratese di Storia e d’Arte” ed è membro dell’Accademia Roveretana degli Agiati. Nel 2002 ha ricevuto il Premio Internazionale Capalbio-Economia per i suoi studi.

Il cuore della conferenza: BIS, BAM e l’identità economica bustese

Nel suo intervento Cafaro ricostruirà le vicende delle principali istituzioni bancarie che hanno segnato la storia di Busto Arsizio, delineando uno scenario complesso fatto di espansioni improvvise, crisi profonde, rinascite e nuove iniziative imprenditoriali. Partirà dall’esplosiva crescita della BIS durante la Prima guerra mondiale, quando l’istituto raggiunse una rete di 160 filiali e si impose nel panorama finanziario italiano grazie alle sue partecipazioni industriali, soprattutto verso il gruppo Ansaldo. Proseguirà con la crisi del dopoguerra, quando la difficile riconversione industriale, il crollo delle quotazioni e gli immobilizzi finanziari portarono la banca alla liquidazione nel dicembre 1921, con gravi ripercussioni sui depositanti.

Un passaggio centrale sarà dedicato alle reazioni della comunità bustese, che già in passato aveva guardato con cautela alla confluenza nella BIS. Il fallimento lasciò la città priva di un riferimento creditizio solido e costrinse imprese e classe dirigente a ripensare strumenti e strategie, mentre la Banca di Legnano interveniva creando nel 1918 una filiazione dedicata anche a Busto.

Cafaro approfondirà quindi la nascita, nel 1923, della Banca Industriale Bustese, controllata dal Credito italiano, e il ritorno del nome storico della Banca di Busto Arsizio nel 1932, dopo aver ottenuto nel 1930 la sede di piazza San Giovanni. Al centro dell’analisi troverà spazio anche la figura di Benigno Airoldi, fondatore nel 1922 della Banca Alto Milanese. Intraprendente e prudente, Airoldi guidò la BAM orientandola al sostegno delle piccole e medie imprese del territorio e, nel dopoguerra, promosse iniziative decisive per lo sviluppo della città.

Tra queste, Cafaro ricorderà la co-fondazione nel 1948 della Società Aeroporto di Busto Arsizio, embrione dell’attuale Malpensa, e la creazione nel 1951 della Mostra Internazionale del Tessile, destinata a diventare un riferimento europeo per il settore. La conferenza ripercorrerà inoltre l’evoluzione della BAM dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, epoca in cui l’istituto ampliò la sua operatività aderendo al Mediocredito Lombardo e trasformandosi in società per azioni, fino alla sua incorporazione nel 1975 da parte del Banco Lariano di Como.

Una storia di ambizioni e ricostruzioni

La conclusione tracciata dal professor Cafaro offrirà una visione d’insieme della storia bancaria bustese, presentandola come una sequenza di ambizioni, crisi e successive ricostruzioni. Dalla Banca di Busto Arsizio alla BAM, gli istituti locali hanno costituito una componente essenziale dello sviluppo economico della città, contribuendo a modellarne identità, relazioni e crescita industriale.

Laura Vignati

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore