La necessità di una profonda riflessione sul futuro dell’Unione Europea e sul ruolo delle politiche di coesione, soprattutto alla luce della proposta del Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 (QFP) e delle insoddisfacenti risposte che le Regioni e i territori hanno ricevuto fino ad oggi alle proprie istanze. Questo il tema principale al centro dell’intervento del sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega alle Relazioni Internazionali ed Europee, Raffaele Cattaneo, oggi presente al Comitato Europeo delle Regioni nell'ambito dell’evento ’High-level dialogue on the future of Cohesion Policy’. L'incontro è stata l'occasione per un confronto tra rappresentanti politici europei, nazionali e regionali, funzionari europei ed esperti.
“Oggi non discutiamo soltanto dei fondi di coesione, ma del modello di Europa che vogliamo costruire – ha affermato Cattaneo - la presidente von der Leyen ha ricordato che il bilancio europeo è stato pensato per un mondo che non esiste più. La domanda politica è questa: come risponderemo a questo cambiamento?”
Il sottosegretario ha inoltre sottolineato come non si debba andare nella direzione di un’eccessiva centralizzazione delle scelte europee. “Dobbiamo chiederci – ha precisato - se vogliamo un’Unione Europea più ‘imperiale’, guidata da una persona forte al comando, sul modello di Stati Uniti o Cina, con politiche centralizzate e calate dall’alto, o se vogliamo restare fedeli alla nostra tradizione civica e alla nostra cultura politica europea. Noi crediamo che l’Europa debba continuare a essere costruita dal basso, coinvolgendo come protagonisti territori, regioni e città. E la politica di coesione è uno degli strumenti per realizzare questa visione”.
Tra i punti dell’intervento di Cattaneo anche le conseguenze concrete delle ipotesi di taglio ai fondi sulla competitività europea. “La riduzione delle risorse per coesione e Politica Agricola Comune (PAC) dal 66% al 45% - ha evidenziato - significherebbe per la Lombardia passare da 4,4 a 3 miliardi: un impatto pesante sulle politiche che oggi sostengono la competitività di una regione forte come la Lombardia. Anche la competitività non può essere realizzata solo con politiche calate dall’alto: senza il coinvolgimento dei territori non ci può essere una competitività che non lasci nessuno indietro”.
Secondo il sottosegretario cinque sono le modalità principali di lavoro che Regioni ed enti locali dovranno continuare a realizzare nei prossimi mesi nel corso dei negoziati europei per il Quadro Finanziario Pluriennale: il rifiuto di qualsiasi modello che riduca il ruolo di Comuni e Regioni, respingendo la falsa equazione tra semplificazione e centralizzazione; la costruzione di una posizione unitaria tra Regioni ed enti locali, evitando contrapposizioni che indeboliscano i territori; la necessità di fare pressione sui governi nazionali, decisivi nella fase finale del negoziato europeo; il coinvolgimento di stakeholder e rappresentanti della società civile dei nostri territori, come associazioni, università, sindacati e imprese; l’importanza di continuare a difendere la sussidiarietà e l’Europa delle Regioni, senza aspettarsi che altri garantiscano questa visione“.














