«La ventilata ipotesi di versare nel 2026 ai Comuni confinanti con la Svizzera solo 89 milioni dei 128 milioni di ristorni ricevuti dai Cantoni a beneficio dei Comuni di frontiera, se attuata comporterebbe grosse difficoltà nel chiudere i bilanci, oltreché nell'erogare servizi alle proprie comunità». Lo sottolineano in una nota i parlamentari di Italia Viva, Maria Chiara Gadda ed Enrico Borghi.
«In una legge di bilancio dove fioccano ovunque tasse e accise per cittadini e imprese, si tagliano le risorse ai comuni che garantiscono i servizi sul territorio di frontiera. Lo scorso anno toccò alla città di Varese, con l’abbassamento della soglia al 3% per ricevere i contributi dei frontalieri, ora sono nei premi di nuovo anche i piccoli comuni», dichiara Gadda.
«Italia Viva, spiega il senatore, con un emendamento alla legge di bilancio firmato anche da Raffaella Paita, propone che per l'intera durata del periodo transitorio previsto dall'accordo tra Italia e Svizzera il contributo statale in favore dei comuni italiani di frontiera sia tale da assicurare un livello di finanziamento pari ad almeno 89 milioni di euro annui, corrispondente all'importo garantito nel 2019 e comunque non inferiore a quello effettivamente versato dall'autorità cantonale nell'anno di competenza, per il 2026 pari a circa 128 milioni di euro. "I comuni di frontiera con la Svizzera - osserva Borghi - devono essere garantiti sul gettito a loro spettante, e non si può pensare di fare cassa sulle tasse dei lavoratori frontalieri», aggiunge il senatore.
«Il ministro Giorgetti approfitti anche per fare ammenda e riporti la soglia al 4%, e smentisca quanto prima ogni ipotesi di riduzione dei trasferimenti ai comuni di confine», aggiunge infine la deputata varesina.














