Una serata per approfondire “Il ruolo dei genitori nella pratica sportiva del proprio figlio”, andata in scena all’interno della sala stampa dello stadio “Giovanni Provasi” di Castellanza lunedì 17 Novembre e organizzata dalla Castellanzese assieme a Palla In Rete, un progetto nato due anni per poter offrire un servizio importante alle società sportive al fine di fornire un supporto formativo.
A fare gli onori di casa è stato Maurizio Brocca, Direttore Tecnico del Settore Giovanile della società neroverde, che ha introdotto relatori di primo livello quali la dottoressa Chiara Sinelli – Psicologa dello Sport – e il dottor Michele Brizzo – Docente di Scienze Motorie e Allenatore UEFA B -, che hanno approfondito la tematica relativa al ruolo del genitore in ambito sportivo.
Essere genitore è il lavoro più difficile al mondo, però è necessario seguire delle regole per poter dare ai propri figli la giusta educazione, a partire dai comportamenti che quotidianamente vengono messi in atto, anche in ambito sportivo, molto spesso presi a esempio dai bambini/ragazzi.
“Gli adulti sono dei regolatori delle emozioni del bambino, che prende a modello ciò che vede e ciò che sente dai propri genitori, in questo caso nelle tribune degli stadi – dichiara la dottoressa Chiara Sinelli -, quindi occorrono tre aspetti importanti quali l’autocontrollo, l’empatia e il controllo, ai quali si aggiungono la fiducia e la pazienza. Ricordiamo che essere empatici significa riconoscere e validare le emozioni che la persona sta provando. Di fondamentale importanza è la collaborazione tra l'atleta, il genitore e la società sportiva poiché i genitori hanno un'influenza molto importante, pari all'80% delle prestazioni dei figli, ai quali è necessario dare fiducia senza sostituirci a loro".
Altro aspetto importante è la comunicazione, da utilizzare nel modo corretto sia prima sia durante e anche al termine della partita, cercando di utilizzare sempre le parole giuste ed esprimendo concetti importanti che vanno oltre al semplice fatto di aver vinto o perso una partita.
“Recenti ricerche evidenziano che lo sport giovanile sta diventando sempre più professionalizzate, tendendo a spostare l’attenzione verso la vittoria, la classifica e l’approvazione sociale – afferma Michele Brizzo -, tema quest’ultimo delicatissimo a cui bisogna prestare estrema attenzione. E' necessario formare i genitori per fare in modo che possano creare, assieme alla società, un ambiente sportivo sano dove i propri figli possano esprimersi nel migliore dei modi”.
Nel corso della serata è stato approfondito anche il fenomeno del drop out, l’abbandono precoce della pratica sportiva che riguarda soprattutto i ragazzi tra i 13 e i 16 anni; ad oggi in Italia si stima che riguardi il 35% dei ragazzi, numeri eccessivamente elevati che fanno riflettere.
Una serata importante che ha visto la presenza di genitori, allenatori e dirigenti, ai quali è affidato il compito di veicolare questi messaggi al fine di avere sempre bambini sorridenti, che devono avere il diritto di divertirsi e di giocare, primo e fondamentale punto della carta dei diritti del bambino.
“Questo appuntamento ha fornito numerose informazioni e soprattutto tanti spunti di riflessione - ha commentato Maurizio Brocca -; abbiamo un grande compito, quello di formare i ragazzi sia dal punto di vista educativo sia da quello sportivo. È necessario però cambiare la mentalità, tornando a sviluppare e potenziare i settori giovanili”.
Ognuno di noi può essere portavoce di messaggi migliori, di gesti più attenti e di un atteggiamento più positivo.
Insieme possiamo fare la differenza.
Insieme siamo più forti.


















