Nel quadro normativo italiano, il preposto assume un ruolo cruciale per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. La mancata formazione di questa figura comporta gravi responsabilità penali, civili e organizzative per le aziende, con conseguenze anche in ambito assicurativo. Questo articolo analizza le norme vigenti, le sanzioni previste e le strategie per evitare inadempienze che minacciano la tutela dei lavoratori.
Il ruolo strategico del preposto nella sicurezza aziendale
Il preposto si configura come un elemento chiave nella struttura organizzativa delle imprese, incaricato di vigilare sull'osservanza delle norme di sicurezza da parte dei lavoratori. La sua funzione, definita dall’articolo 2 del Decreto Legislativo 81/2008, consiste nel sovrintendere alle attività operative, garantendo il rispetto delle direttive impartite dai superiori gerarchici. Agisce quindi da anello di congiunzione tra il management e il personale operativo, con responsabilità dirette nella prevenzione degli incidenti sul lavoro.
La legge stabilisce che il preposto debba possedere una preparazione adeguata e costantemente aggiornata, necessaria per poter intervenire efficacemente in situazioni di rischio, coordinare le attività di sicurezza e segnalare tempestivamente eventuali anomalie. Senza questa formazione, la capacità di prevenire infortuni si riduce significativamente, mettendo a repentaglio la salute dei lavoratori e la conformità normativa dell’azienda.
Contenuti e finalità della formazione obbligatoria
La preparazione del preposto segue parametri rigorosi definiti dall’Accordo Stato-Regioni del 24 maggio 2025. Tale percorso formativo mira a fornire competenze giuridiche, organizzative e tecniche, includendo anche aspetti legati alla comunicazione e alla gestione delle emergenze.
Gli obiettivi principali sono:
● Chiarire in modo puntuale il ruolo del preposto, i suoi compiti operativi e le modalità di relazione con le altre figure impegnate nella prevenzione aziendale.
● Aumentare la consapevolezza sui rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori connessi al contesto lavorativo in cui opera il preposto, illustrando anche le relative misure di prevenzione e protezione.
● Approfondire le modalità di comunicazione efficace con gli altri soggetti della prevenzione, con particolare attenzione ai neoassunti e ai lavoratori di origine straniera.
● Illustrare le attività di controllo attribuite al preposto, quali supervisione e vigilanza, sospensione delle lavorazioni quando necessario, diffusione delle informazioni e segnalazione delle criticità.
● Fornire strumenti pratici per favorire una comunicazione e una collaborazione efficaci con datore di lavoro, dirigenti e servizio di prevenzione e protezione, così da assicurare il corretto rispetto delle procedure operative.
È altresì previsto un aggiornamento biennale per mantenere elevato il livello di preparazione e consapevolezza, requisito imprescindibile per una gestione efficace della sicurezza.
Obblighi formativi e responsabilità del datore di lavoro
L’obbligo di garantire la formazione sorge nel momento in cui un dipendente svolge effettivamente funzioni di preposto, indipendentemente dalla formale nomina. La giurisprudenza sottolinea che è l’esercizio concreto del ruolo a determinare la necessità del percorso formativo, non il titolo ufficiale.
Il datore di lavoro è tenuto a organizzare e documentare questa formazione prima dell’assunzione del compito o entro i termini stabiliti dalla normativa. La mancata erogazione o registrazione del corso costituisce una violazione grave, con potenziali conseguenze legali e amministrative. La documentazione, che include attestati e registri di frequenza, deve essere conservata e resa disponibile durante controlli da parte di enti ispettivi come ASL o INAIL.
Sanzioni e conseguenze della mancata formazione
La carenza di formazione non rappresenta solo una lacuna organizzativa ma anche un illecito penale. Il Decreto Legislativo 81/2008, articolo 37, prevede per il datore di lavoro pene che vanno dall’arresto di due-quattro mesi a multe comprese tra circa 1.474 e 6.388 euro. Questi provvedimenti possono aggravarsi qualora si verifichino infortuni riconducibili a una vigilanza inefficace o assente del preposto non formato.
In ambito civile, l’azienda può essere chiamata a risarcire danni subiti da lavoratori o terzi a causa della mancanza di formazione. Anche il preposto stesso non è esente da responsabilità qualora accetti il ruolo senza le competenze richieste, rischiando di essere ritenuto corresponsabile per omissioni nella vigilanza.
Ripercussioni organizzative e assicurative
Un preposto privo della formazione obbligatoria compromette l’efficienza della gestione della sicurezza, con effetti negativi sulla capacità di coordinare emergenze e applicare correttamente le procedure preventive. Sul piano assicurativo, tale inadempienza può far decadere le coperture INAIL, che potrebbero rivalersi sull’azienda per le somme anticipate in caso di incidenti.
Questa situazione implica un aggravio economico significativo e un deterioramento complessivo degli standard di sicurezza, con conseguenti ripercussioni sulla reputazione e sulla sostenibilità operativa dell’impresa.
Prevenire sanzioni con una gestione formativa rigorosa
Per evitare le pesanti conseguenze della mancata formazione, le aziende devono adottare una politica strutturata e proattiva in materia di sicurezza. Ciò significa pianificare annualmente i corsi per i preposti, definendo chiaramente tempi, target e formatori qualificati, preferibilmente enti accreditati a livello regionale o nazionale.
Un sistema di monitoraggio interno permette di verificare costantemente l’efficacia e l’aggiornamento delle competenze, scongiurando ritardi o lacune. La corretta archiviazione degli attestati e dei documenti relativi alla formazione rappresenta un ulteriore strumento di tutela durante eventuali ispezioni.
La formazione del preposto non è un mero adempimento burocratico, bensì un pilastro fondamentale per la sicurezza sul lavoro e la responsabilità aziendale. Assicurare che questa figura sia adeguatamente preparata significa prevenire incidenti, ridurre rischi legali e preservare l’integrità dell’organizzazione. Nel contesto normativo italiano, ignorare questo obbligo espone a pesanti sanzioni e compromette la salute dei lavoratori, rendendo imprescindibile un approccio rigoroso e sistematico alla formazione.
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