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Busto Arsizio | 17 novembre 2025, 18:00

Semafori intelligenti? Varchi chiusi? «In viale Boccaccio servono piste ciclabili»

Il punto di vista su traffico e incidenti di Fiab e Legambiente BustoVerde. La riflessione delle due associazioni parte da viale Boccaccio, al centro di una vivace discussione, e viale Toscana, ma riguarda tutta la città

Foto di repertorio di un incidente in viale Boccaccio

Foto di repertorio di un incidente in viale Boccaccio

Mentre si discute di semafori intelligenti e chiusura dei varchi in viale Boccaccio, Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) e Legambiente BustoVerde “puntano” su piste ciclabili e su altri strumenti per ridurre la velocità delle auto. La riflessione delle due associazioni parte da questa importante arteria e dal viale Toscana, ma queste metodologie - osservano - potrebbero essere estese a tutto il tessuto cittadino. Riceviamo e pubblichiamo.

Il punto di vista di Fiab e Legambiente BustoVerde sui problemi di traffico e sugli incidenti che si sono verificati ultimamente a Busto, prosecuzione di una lunghissima ed ininterrotta lista settimanale da inizio anno.

Una mattina di tre giorni fa è stato investito su viale Toscana un ragazzo in bicicletta. Siamo, quindi ancora qui a parlare di biciclette travolte sul viale Toscana e di varchi chiusi su viale Boccaccio. Di collisioni in città con tragedie sfiorate o forse solo rimandate. Di persone stese sulle strisce pedonali. Ancora a parlarne anche nella Giornata Mondiale in ricordo delle Vittime della Strada.
Che forse più propriamente dovrebbero essere chiamate vittime sulla strada.

La sicurezza in città significa prevenzione per non doversi dolere a posteriori di non averci pensato o aver fatto nulla per metterla in pratica.
Su viale Toscana sono state spese ampie parole con grandi promesse, ma per adesso ancora nulla è stato fatto.

Per il viale Boccaccio non si hanno notizie se non quelle legate alla chiusura dei varchi ed al funzionamento dei semafori per rendere più scorrevole una densità di traffico che alla mattina crea lunghissime code. 
Eppure il flusso veicolare quotidiano proveniente da Dairago e Magnago potrebbe essere alleggerito dalla presenza di piste ciclabili.

Ricordando che sia viale Toscana sia viale Boccaccio ad oggi sono ormai strade che attraversano il tessuto residenziale, pieno di utenti diversi, pedoni e ciclisti compresi, di attraversamenti e di incroci, di punti di attrazione ed interesse come scuole e supermercati, chiese e cimiteri.

Sarebbe quindi opportuno che l’Amministrazione Comunale cominciasse ad operare per ridurre le velocità ed i rischi ad essa collegati.
Obiettivo raggiungibile realizzando collegamenti ciclabili e magari rispolverando strumenti di recente formazione mai messi in opera.

Ed utilizzando anche gli accorgimenti come l’allargamento dei marciapiedi con i “curb extension” e la riduzione delle larghezze stradali. A tal proposito val la pena di ricordare che su viale Boccaccio la riduzione della larghezza stradale in corrispondenza delle rotatorie (anche se solo timidamente accennata con qualche cordolo o segnaletica orizzontale) e la presenza in molti tratti di parcheggi laterali, costringe già gli automobilisti in una sola corsia.

Per questa ragione la realizzazione di piste ciclabili non può creare problemi alla viabilità ed, anzi, potrà soltanto alleggerire il traffico, rendendo autonomi i ragazzi che si recano a scuola rendendo chiaro agli automobilisti che in bicicletta si va più veloci, specie nelle ore di punta.

Per poi estendere a tutto il tessuto cittadino le stesse metodologie affinché il traffico sia meno congestionato e affinché uscire di casa alla mattina per poterci tornare alla sera non sia solo governato dalla casualità ma sia una certezza per ogni cittadino di Busto.

Ricordiamo che secondo i recenti dati ISTAT 2024 in Italia ci sono stati 3030 morti in 173.364 “collisioni” con 233.853 feriti, con un costo sociale di 18,2 miliardi euro, soldi dei cittadini italiani tutti, spesi per ambulanze, elicotteri, ricoveri, giornate di lavoro perse, invalidità a volte permanenti.
Un quadro devastante. Perché i morti sono vite spezzate e spesso famiglie distrutte.

Redazione

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