Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo decreto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, un intervento che punta a ridurre gli infortuni e a promuovere una vera cultura della prevenzione attraverso incentivi per le imprese virtuose, più controlli e una formazione estesa anche alle piccole imprese.
Il provvedimento, approvato il 28 ottobre 2025, nasce con l’obiettivo di “rafforzare la cultura della sicurezza, promuovere la prevenzione e ridurre gli infortuni in ogni settore produttivo”.
Incentivi, bonus INAIL e controlli nei cantieri
Dal 1° gennaio 2026, l’INAIL introdurrà una revisione del sistema “bonus-malus” assicurativo: le imprese con buoni risultati in materia di sicurezza potranno beneficiare di riduzioni dei premi, mentre quelle non in regola subiranno sanzioni più severe.
“Si tratta di un segnale importante – spiega Luca Pasquero, amministratore di Easywork Italia – che finalmente premia la responsabilità e l’impegno. Investire in sicurezza non significa solo rispettare la legge, ma migliorare la produttività e la fiducia all’interno dell’azienda.”
Il decreto rafforza anche la vigilanza sui subappalti, introducendo il badge digitale di cantiere e la patente a crediti: strumenti che consentiranno di controllare in tempo reale la presenza, le qualifiche e la regolarità dei lavoratori nei cantieri.
“L’uso di strumenti digitali – aggiunge Pasquero – permetterà di rendere la sicurezza più trasparente e di ridurre le irregolarità. È un cambio di passo verso un modello moderno e integrato di gestione del rischio.”
Formazione estesa alle PMI
Una delle novità più rilevanti riguarda la formazione: l’obbligo di aggiornamento periodico per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) verrà esteso anche alle micro e piccole imprese, finora escluse. L’obiettivo è garantire standard uniformi di competenza e consapevolezza su tutto il territorio nazionale.
“Formare chi lavora e chi dirige è il primo passo per salvare vite,” sottolinea ancora Pasquero. “La sicurezza non deve essere solo una formalità, ma un investimento in conoscenza e responsabilità.”
La situazione lombarda: numeri ancora preoccupanti
Il nuovo decreto arriva in un contesto in cui la Lombardia continua a registrare numeri elevati di incidenti e morti sul lavoro, nonostante un lieve calo generale.
Secondo i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, nei primi quattro mesi del 2025 in Lombardia si sono contati 45 decessi, di cui 34 sul lavoro e 11 in itinere, in lieve diminuzione rispetto ai 52 dello stesso periodo del 2024.
Tre province lombarde restano in zona rossa per incidenza di mortalità: Cremona (19,1), Bergamo (16,1) e Lecco (13,9). Milano, con 6,5, è in zona bianca, ma guida comunque la classifica per numero assoluto di vittime e denunce di infortunio.
Nei primi otto mesi del 2025, nel capoluogo lombardo sono stati denunciati 23.621 infortuni sul lavoro, con un calo dello 0,7% rispetto al 2024. Un miglioramento, ma ancora insufficiente: 10 sono stati gli incidenti mortali e oltre 12.300 le denunce di infortunio solo in città.
A livello regionale, nei primi tre mesi dell’anno si contano 27.185 infortuni e 37 morti sul lavoro. I settori più colpiti sono il manifatturiero (4.606 casi), il trasporto e magazzinaggio (1.980), il commercio (1.792), la sanità (1.768) e le costruzioni (1.647).
“La Lombardia è la regione con il più alto numero di vittime, anche se il rischio di infortunio mortale resta sotto la media nazionale,” commenta Andrea Painini, presidente di Confesercenti Milano. “A Milano, pur con un lieve calo degli infortuni, restiamo in cima alle classifiche per denunce e casi mortali. È un segnale che dobbiamo interpretare come una chiamata alla responsabilità.”
Confesercenti Milano: “Sicurezza come investimento, non come burocrazia”
Confesercenti Milano ha accolto con favore il nuovo decreto, sottolineando come l’introduzione del badge obbligatorio nei cantieri e l’estensione della copertura INAIL a studenti e tirocinanti rappresentino “un passo decisivo verso una cultura del lavoro più trasparente e responsabile”.
“Siamo favorevoli a ogni misura che premi le imprese corrette e scoraggi comportamenti elusivi,” afferma Painini. “Ma le regole da sole non bastano: servono strumenti digitali semplici, formazione accessibile e un dialogo costante con le categorie economiche.”
Il presidente di Confesercenti aggiunge:
“Le PMI devono essere accompagnate in questo processo di cambiamento. La sicurezza non può diventare un aggravio burocratico, ma un’opportunità di crescita e innovazione. Va sostenuta con incentivi, semplificazioni e una visione condivisa.”
Prevenzione e “near miss”: la nuova frontiera della sicurezza
Il decreto prevede anche un approccio proattivo alla prevenzione. Le aziende con più di 15 dipendenti dovranno monitorare e analizzare i cosiddetti “near miss”, cioè gli incidenti mancati, per individuare e correggere i rischi prima che generino danni reali.
Inoltre, parte dei proventi derivanti dalle sanzioni sarà reinvestita esclusivamente in attività di vigilanza, formazione e potenziamento dei servizi SPRESAL delle ASL.
In conclusione, il nuovo decreto rappresenta un passaggio cruciale verso una sicurezza più moderna, digitale e partecipata.
Come sottolinea Luca Pasquero,
“Per ridurre davvero gli incidenti serve un’alleanza tra istituzioni, imprese e lavoratori. Le leggi possono indicare la direzione, ma solo la collaborazione quotidiana trasformerà la sicurezza da obbligo in cultura condivisa.”
















