Una donna che ha fatto della parola un’arma, della verità una missione e della libertà un destino. Oriana Fallaci continua a dividere, ma anche a illuminare con la forza delle sue idee e dei suoi libri. Il Lions Club Lombardia Digital le ha dedicato una serata intensa, tra memoria, passione e riflessione sul valore del giornalismo e del pensiero indipendente.
L’evento, dal titolo “Una straordinaria antipatica. Oriana Fallaci giornalista e scrittrice”, ha visto la partecipazione dei soci Ucid e l’intervento della giornalista professionista Anna Gorini, autrice del volume omonimo.
Oriana Fallaci, tra mito e militanza
Nel suo approfondimento, Gorini ha tracciato un ritratto vivido e complesso della Fallaci, sottolineandone il carattere battagliero, l’indipendenza di pensiero e la capacità di suscitare reazioni opposte. «Fallaci è più un personaggio che un’autrice – ha spiegato la relatrice – mitizzata, discussa, sempre schierata, capace di accontentare qualcuno e scontentare altri». Un atteggiamento che continua a generare dibattito, come dimostra la recente intervista a Luciana Castellina pubblicata da L’Espresso, in cui la scrittrice comunista ha messo in discussione la legittimità del “mito Fallaci”.
Una vita da protagonista del Novecento
Anna Gorini ha ripercorso le tappe salienti della biografia della scrittrice fiorentina: nata nel 1929 in una famiglia modesta ma politicamente attiva, Oriana Fallaci cresce in un ambiente intriso di ideali antifascisti, diventando giovanissima staffetta partigiana. Dopo gli studi di medicina, abbandonati per dedicarsi al giornalismo, entra nella redazione del Corriere della Sera. Da lì inizia una carriera internazionale costellata di interviste ai protagonisti della politica e della cultura mondiale, trasformando il genere dell’intervista in una forma d’arte: diretta, provocatoria, profondamente umana.
L’intelligenza e il coraggio di scrivere la vita
La Fallaci non fu solo cronista, ma anche autrice di romanzi che segnarono la storia culturale italiana. Gorini ha ricordato l’anniversario dei cinquant’anni di Lettera a un bambino mai nato, pubblicato nel 1975, un testo che affronta con straordinaria sensibilità il tema della maternità e della libertà femminile. «In un’epoca di grandi battaglie civili – ha sottolineato la relatrice – Fallaci mette al centro del dibattito la donna, non come vittima, ma come individuo consapevole e libero».
Una voce che continua a parlare al presente
La potenza narrativa della Fallaci risiede nella sua capacità di unire impegno, emozione e rigore. Dai reportage sullo sbarco sulla Luna alle interviste con i potenti della Terra, dai romanzi come Un uomo – ispirato alla tragica vicenda del compagno Alekos Panagulis – fino alle opere postume, la scrittrice fiorentina ha saputo raccontare la vita con passione e verità.
Un’eredità viva
Chiudendo la serata, Anna Gorini ha ribadito l’attualità della figura di Oriana Fallaci: «Era una giornalista che credeva profondamente nella cultura e nella documentazione, nella necessità di conoscere per capire. I suoi scritti continuano a parlarci, a interrogarci e, soprattutto, a ricordarci che la libertà di pensiero non si negozia».














