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Economia | 28 ottobre 2025, 15:24

La situazione dell'Italia con l'intelligenza artificiale rispetto al resto d'Europa

L'Italia è stato il primo Paese UE ad aver approvato una legge nazionale sull'IA.

La situazione dell'Italia con l'intelligenza artificiale rispetto al resto d'Europa

Sono sempre di più le imprese che scelgono di affidarsi all'IA per migliorare il workflow e i sistemi antifrode, delle piattaforme di roulette online alle grandi aziende agricole. Automatizzare permette di rendere più rapidi molti processi che prima dipendevano esclusivamente dal lavoro umano.

La posizione dell'Italia rispetto all'IA

La novità più recente è l'entrata in vigore della Legge n. 132/2025 sull'intelligenza artificiale. Serve per introdurre dei principi chiari di trasparenza, di sicurezza, di supervisione umana e di tracciabilità, con delle regole specifiche per il lavoro, la sanità, l'istruzione e la giustizia. La legge prevede anche delle sanzioni penali per l'uso doloso e affida la vigilanza all'Agenzia per l'Italia Digitale e all'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Per le aziende significa avere delle certezze normative, ma anche nuovi adempimenti e responsabilità. Dal punto di vista economico, il governo ha annunciato che ci saranno fondi fino a 1 miliardo di euro per sostenere le imprese nell'IA, con l'obiettivo di rafforzare la ricerca, il trasferimento tecnologico e la filiera delle startup.

Confronto con l'Europa: mix tra adozione e innovazione

Secondo lo European Innovation Scoreboard 2025, l'Italia è "Moderate Innovator", al 93% della media UE e in 14esima posizione tra gli Stati membri. Pare che vada molto bene sulla produttività delle risorse e sulle co-pubblicazioni pubblico-private, ma meno bene sulla quota di popolazione con istruzione terziaria. Questo ci colloca dietro ai leader europei (Germania, Francia e Paesi nordici) ma davanti ad altri Paesi mediterranei su alcuni indicatori. A oggi, circa il 63% delle grandi aziende italiane ha già adottato o pianifica di adottare l'IA, con un potenziale di incremento della produttività stimato nell'ordine di centinaia di miliardi nel medio periodo. Questo significa che l'IA non è più una semplice sperimentazione, è entrata a tutti gli effetti nella supply chain, nel customer service, nella prevenzione delle frodi, nella manutenzione predittiva e nel marketing. In Europa, la tabella di marcia dell'AI Act procede senza rinvii, Bruxelles ha confermato le scadenze, nonostante ci siano state delle richieste di pausa da parte di alcune grandi aziende. Per l'Italia, che ha varato una legge nazionale, questo allineamento elimina le incertezze e spinge verso gli investimenti a patto, però, di offrire anche le infrastrutture e le competenze adeguate.

Governance e privacy: cosa cambia per i cittadini e per le imprese

Per i cittadini, le novità principali sono più trasparenza e più tutele. Per esempio, ci sono regole sulla tracciabilità dei contenuti sintetici, sui limiti all'uso senza consenso per i minori e sui presidi contro le pratiche manipolative. Nella sanità e nel lavoro, la norma ribadisce che la decisione finale resta umana e che gli algoritmi vanno spiegati e monitorati. Anche il Garante Privacy è intervenuto recentemente con delle indicazioni specifiche sull'uso dell'IA con i dati sanitari. In ogni caso, non c'è dubbio che oggi siano sempre di più le persone che scelgono di usare l'IA, dai calcoli complessi fino alle semplici ricerche sul miglior metodo roulette per l'intrattenimento online.

 








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I.P.

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