/ Busto Arsizio

Busto Arsizio | 24 ottobre 2025, 21:10

Scuola dell'infanzia Crespi, don Giuseppe spiega il passaggio: «Scelta dolorosa, ma era l'unica possibile»

Il parroco e l'assessore Colombo rispondono ai genitori. «Non è stata una scelta facile, il primo a essere addolorato sono io. Abbiamo agito per salvare un servizio» afferma il sacerdote. «Purtroppo la scuola avrebbe rischiato di chiudere i battenti a breve, con il pericolo di far perdere tutto anche al personale» precisa il membro della giunta comunale

Scuola dell'infanzia Crespi, don Giuseppe spiega il passaggio: «Scelta dolorosa, ma era l'unica possibile»

«Il primo ad essere sofferente e addolorato per questo passaggio sono io. Ho avuto l'onore di aver potuto gestire questa scuola negli ultimi anni, un istituto che da trent'anni è un servizio per tante famiglie». Con queste parole don Giuseppe Tedesco, parroco di San Giuseppe, risponde alle preoccupazioni e all'amarezza espresse dai genitori della scuola dell'infanzia Ezio Crespi (LEGGI QUI), dopo la notizia della sua imminente statalizzazione (LEGGI QUI). Una decisione, spiega insieme all'assessore Chiara Colombo, che non nasce da una volontà di smantellamento, ma dalla presa d'atto di una situazione non più sostenibile, con l'obiettivo di garantire un futuro al servizio e al suo personale.

«Un dolore, ma anche un onore»

Don Giuseppe ripercorre la storia della scuola per farne comprendere le radici profonde. «Trent'anni fa era una scuola comunale, poi, appena nata, è passata alla parrocchia. La gestione di fatto, però, è sempre stata delle suore salesiane. C'era una vera e propria comunità, che si occupava della didattica e dell'oratorio femminile. Io stesso, quando sono arrivato sette anni fa, ho trovato due suore in gamba». Poi, il progressivo cambiamento. «Purtroppo il calo delle vocazioni ha portato a non avere più una suora dedicata. Prima suor Luciana è stata trasferita per normale avvicendamento, poi quattro anni fa, dopo il Covid, anche suor Morena, che era stata responsabile per nove anni, è stata spostata altrove. Ci siamo trovati prima con una suora part-time, che si divideva con Sant'Anna, poi senza nessuna». Una fatica che si è tradotta nell'esigenza di trovare una direttrice laica, che però è cambiata ogni anno, con conseguenti difficoltà gestionali nonostante la preparazione di chi ha ricoperto il ruolo.

Il crollo economico e la decisione inevitabile

A questa instabilità si è aggiunto un dato economico inesorabile. «"L'inverno demografico" è evidente. In parrocchia faccio un battesimo ogni tre funerali - spiega il parroco - Quest'anno, all'asilo, abbiamo ricevuto meno iscrizioni di quello che pensavamo, al punto che a gennaio abbiamo dovuto chiudere una sezione, passando da cinque a quattro. Eravamo a 102 bambini, il numero minimo, quando in passato si arrivava anche a 140».
Una situazione che l'assessore Colombo definisce senza mezzi termini. «Purtroppo la scuola era al collasso economico. Avrebbe rischiato di chiudere i battenti a breve, con il pericolo di far perdere tutto anche al personale. Sarebbero stati costretti a toccare il Tfr delle maestre per riuscire ad andare avanti, cosa che invece, con questo passaggio, non accadrà. Nessuno voleva questo».

La tempistica e la "scintilla" di Villa Sioli

Le famiglie hanno lamentato una comunicazione tardiva. Ma il percorso, spiegano, è stato accelerato da eventi imprevedibili. «Quando a gennaio abbiamo preso le iscrizioni, non c'era minimamente l'idea di questo passaggio», chiarisce don Giuseppe. «C'era fatica, ma nessun pensiero di chiudere. Poi, in primavera, è arrivata la notizia che la scuola statale Villa Sioli avrebbe chiuso e che una sua sezione sarebbe stata ospitata nel nostro plesso. Lì è iniziata una trattativa».
Una trattativa complessa, che ha coinvolto diversi enti: parrocchia, Comune, Curia e Provveditorato. «Abbiamo iniziato a ragionare in un'ottica di sussidiarietà, la stessa che ci portò a mettere a disposizione l'oratorio durante il Covid per la scuola media. Ma le autorizzazioni ufficiali hanno richiesto tempo. Quella della Curia è arrivata solo a fine agosto, e le successive delibere nell'ultima parte di settembre. Prima di avere gli atti ufficiali, non si potevano fare annunci».

La questione dei lavori: una struttura bisognosa di interventi

A pesare sulla decisione, spiega don Giuseppe, è stata anche la consapevolezza che la scuola «ha bisogno di lavori». L'esempio più recente e lampante è quello della caldaia, «vecchia di 40 anni», che è stata appena sostituita con un intervento da 60-70mila euro, interamente a carico del Comune, che ha la proprietà dell'immobile, concesso in comodato d'uso con scadenza ogni quattro anni. Questo ha sempre creato una divisione di competenze: «I lavori ordinari li abbiamo sempre fatti noi, ma quelli straordinari competono al proprietario. Ma quanti altri lavori vanno fatti? Secondo me, tanti. E noi non siamo nelle condizioni di affrontarli, soprattutto non essendo i proprietari. Anche solo per intervenire, la burocrazia non è semplice: quando la proprietà è del Comune, devi chiedere le autorizzazioni, presentare richieste: è un processo complesso».

Il futuro delle maestre: «Non le abbandoniamo»

Il cuore della preoccupazione dei genitori riguarda le insegnanti. L'assessore Colombo è chiara: «Non le abbiamo lasciate in mezzo a una strada. Avremmo potuto dire: "la scuola chiude a giugno, noi a settembre subentriamo e basta". Invece abbiamo voluto creare un dialogo per preservare queste persone che hanno fatto tanta fatica che io, da insegnante, conosco bene e comprendo». La promessa è la creazione di un «tavolo di lavoro che durerà tutto l'anno. Non posso garantire loro lo stesso posto di lavoro, legalmente è impossibile, ma posso garantire che valuteremo le loro competenze e le loro abilità. Le società che lavorano per il Comune hanno sempre bisogno di figure come gli educatori. Chiediamo loro di formarsi, se possibile, per inserirsi nelle graduatorie, e noi faremo il possibile per aiutarle a ricollocarsi».

La continuità per i bambini: «Un anno per adattarsi»

Anche sul fronte dei bambini, il piano è di rendere il passaggio il meno traumatico possibile. «Il tavolo di lavoro servirà anche a questo», prosegue l'assessore. «Vogliamo creare una continuità. Già quest'anno faremo in modo che le insegnanti del Crespi e quelle statali del Sioli lavorino insieme, magari facendo il presepe vivente o altri progetti. L'obiettivo è che i bambini prendano confidenza con le nuove figure e vedano la struttura come un'unica scuola. Così, l'anno prossimo, le maestre che troveranno non saranno delle estranee, ma volti già conosciuti».
Una transizione che, nelle parole di don Giuseppe, è il frutto di una scelta responsabile. «Poter gestire questa scuola per tanti anni, per una parrocchia piccola come la nostra è stato un onore. Ora il dolore del cambiamento c'è, ma è condiviso. E lo facciamo per il bene di tutti».

Giovanni Ferrario

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A OTTOBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore