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Busto Arsizio | 13 ottobre 2025, 13:15

«Uffici comunali al Borri, ennesima occasione mancata». Loschiavo punta sul mercato coperto

L’associazione PoliticaMente, presieduta dall’ex assessore, “boccia” il nuovo progetto per l’ex calzaturificio. E propone un’ipotesi alternativa: il Borri Market

«Uffici comunali al Borri, ennesima occasione mancata». Loschiavo punta sul mercato coperto

«Trasformare il Borri in uffici comunali? L’ennesima occasione mancata e la conferma dell’assenza di una visione complessiva per la città».
L’associazione PoliticaMente, presieduta dall’ex assessore Salvatore Loschiavo, “boccia” il nuovo progetto per l’ex calzaturificio, a distanza di qualche giorno dall’approvazione in giunta del Documento di indirizzo relativo al recupero dell’area.

«Una decisione miope, che non valorizza l’immobile e non genera alcun beneficio per la città», sostiene Loschiavo. Proponendo, insieme all’associazione politico-culturale da lui fondata, un’ipotesi alternativa: «Noi crediamo che il Borri possa e debba diventare il cuore di un nuovo mercato coperto cittadino, uno spazio moderno, sostenibile e attrattivo, dove prodotti locali, cultura, artigianato e socialità si incontrino».

La nota di PoliticaMente

BORRI: UN’ALTRA OCCASIONE MANCATA?
Negli ultimi giorni è tornato al centro del dibattito cittadino il destino dell’ex Calzaturificio Borri, un edificio storico e simbolico per Busto Arsizio, rimasto per anni in stato di
abbandono e ora oggetto di un nuovo progetto di ristrutturazione da parte dell’amministrazione comunale.
Il Comune ha infatti deciso di recuperare l’immobile con fondi propri, dopo che il precedente progetto finanziato con il PNRR – bando PINQUA era naufragato a causa di una controversia tra Comune e impresa appaltatrice.
Oggi, con il nuovo progetto, l’amministrazione propone di trasformare il Borri in uffici comunali. Una scelta che, a nostro avviso, rappresenta l’ennesima occasione mancata e conferma l’assenza di una visione complessiva per la città.
Busto non ha bisogno di nuovi uffici, ma di idee e luoghi che generino vita, economia e comunità.

Con la libertà progettuale riconquistata (non essendoci più i vincoli del bando PINQUA), si sarebbe potuto finalmente immaginare un futuro diverso per il Borri — un progetto capace di rigenerare davvero il quartiere e di rilanciare il centro cittadino.
Tra le tante soluzioni possibili, noi crediamo, per esempio, che il Borri possa e debba diventare il cuore di un nuovo mercato coperto cittadino, il Borri Market: uno spazio moderno, sostenibile e attrattivo, dove prodotti locali, cultura, artigianato e socialità si incontrino. Un progetto architettonico di valore che darebbe slancio al commercio bustocco e restituirebbe centralità a un’area da tempo marginale.

Già il recente spostamento del mercato di piazza dei Bersaglieri per i lavori di riqualificazione nell’ambito del progetto Fili Urbani avrebbe potuto essere l’occasione. Quello che poteva diventare un salto di qualità per la città, si è trasformato invece in un semplice spostamento logistico: funzionale, forse, ma non all’altezza
delle ambizioni di Busto Arsizio.
Oggi, che le risorse ci sono, serve il coraggio di ripensare le scelte. Destinare il Borri a uffici comunali significa sprecare un’occasione irripetibile per creare qualcosa che resti nel tempo, che parli ai giovani, ai commercianti, ai cittadini.
Busto merita di più. Merita un progetto che unisca memoria e futuro, tradizione e innovazione. Merita il Borri Market: un luogo vivo, aperto, simbolo di una città che vuole tornare a crescere.

Con riferimento al progetto dell’Amministrazione comunale, Salvatore Loschiavo, fondatore di “PoliticaMente”, ha dichiarato: «La vicenda del Borri fotografa perfettamente il modo di amministrare di questa giunta: scelte disorganiche, senza una visione complessiva di città e con la tendenza a sprecare occasioni preziose. Anche il precedente progetto legato al PINQUA, pur sostenuto da fondi esterni e non comunali, non rappresentava la svolta che Busto meritava: era un intervento debole, privo di un vero disegno
di rilancio urbano. Ma almeno non gravava sulle casse comunali.

Oggi, invece, si sceglie di investire risorse proprie per trasformare il Borri in uffici comunali. Una decisione miope, che non valorizza l’immobile e non genera alcun beneficio per la città.
È l’ennesima occasione che rischia di essere sprecata. Busto Arsizio non può permettersi di sprecare ancora occasioni. Servono coraggio e visione: il Borri
potrebbe diventare un simbolo di rigenerazione e futuro, ma per farlo bisogna abbandonare la logica dei rattoppi e iniziare a costruire una visione di città che guardi davvero al futuro”. 

Redazione

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