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Sport | 29 settembre 2025, 09:50

La psicologia del campione: con Marta Canonico alla scoperta della mente dell'atleta

Penultimo appuntamento di "8 Inspiring Stories": dal punto di arousal alla gestione della pressione, un viaggio nel ruolo cruciale e ancora sottovalutato dello psicologo dello sport

La psicologia del campione: con Marta Canonico alla scoperta della mente dell'atleta

Prevenire è meglio che curare, non solo nel fisico ma anche nella mente. È questo il messaggio centrale emerso dal sesto incontro di "8 Inspiring Stories", che mercoledì sera ha visto protagonista la psicologa dello sport Marta Canonico. Una serata intensa che ha esplorato il complesso universo della psicologia applicata all'agonismo, dimostrando come la testa sia il motore fondamentale di ogni successo.

«Episodio dopo episodio, puntata dopo puntata, penso che stiamo facendo un ottimo lavoro», ha dichiarato con soddisfazione l'organizzatore Diego De Bernardi, commentando un'altra serata di grande partecipazione e interesse nella sede di Assb.

La dottoressa Canonico ha guidato il pubblico in un percorso che ha smontato molti luoghi comuni. Il primo, e forse il più importante, è che allo psicologo ci si rivolge solo quando c’è un problema. Al contrario, il suo ruolo è strategico e preventivo. «Bisognerebbe affidarsi a uno psicologo sportivo prima di arrivare ad avere dei sintomi che possano dare dei brutti risultati», ha spiegato De Bernardi, sintetizzando il concetto. «Prevenire anche qui è meglio che curare».

Durante l'incontro è stata chiarita la differenza fondamentale tra lo psicologo dello sport, figura con una solida preparazione accademica, e il mental coach. La discussione si è poi addentrata negli strumenti pratici del mestiere, come la ricerca del "punto di arousal", quel perfetto equilibrio mentale tra grinta e calma che permette all'atleta di esprimere il massimo del suo talento.

Un tema che ha suscitato grande interesse è stato quello delle dinamiche di squadra, dove il lavoro dello psicologo diventa ancora più delicato per far emergere e risolvere le "zone d'ombra" all'interno di un gruppo. In questo contesto, un passaggio chiave ha riguardato anche il ruolo dei genitori, invitati a «stare al loro posto e lasciar fare agli allenatori qualificati», per non caricare i giovani atleti di pressioni inutili.

La serata ha ribadito come la psicologia non sia «un surplus», ma una componente fondamentale e spesso decisiva nel percorso di un atleta, a patto che ci sia piena fiducia e collaborazione tra il professionista, l'atleta stesso, l'allenatore e la società. Un mondo affascinante, che "8 Inspiring Stories" ha saputo raccontare con competenza e passione.

La rassegna si chiuderà domani alle 20:30, sempre nella sede di via Ariosto di Assb, con Max & Lopez, due artisti dell'intrattenimento che racconteranno la propria storia di vita. 

Giovanni Ferrario

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