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Busto Arsizio | 01 settembre 2025, 17:51

Addio a Renato Pucci, tramonto Rossodisera

Il titolare dell’enoteca è scomparso a fine giugno, la qualificata rivendita che, dal centro di Busto, ha servito per 24 anni un pubblico di appassionati e collezionisti rischia di chiudere per sempre. Il figlio, Matteo: «È lo scenario più probabile, non l’unico». Il saluto commovente del papà ai clienti

Rossodisera, via Solferino

Rossodisera, via Solferino

«Venire qui in negozio, incontrarvi e cercare di trovare il vino adatto a ogni occasione e a ciascun palato mi ha aiutato a svagarmi e ad andare avanti». È un passaggio del saluto che Renato Pucci, proprietario dell’enoteca Rossodisera, ha scritto per i suoi clienti. È affisso alla vetrina del negozio, in via Solferino, in cui si è dato da fare fino ai primi di giugno. «Quando si è reso conto di non riuscire più a sostenere le fatiche dell’attività – fa presente il figlio, Matteo – ha voluto lasciare un messaggio a quelli che amano il vino e che facevano acquisti da lui».

Renato Pucci è scomparso alla fine di quel mese. La sua creatura rischia di chiudere definitivamente i battenti e di terminare una storia lunga 24 anni. «Una bottiglieria di tipo tradizionale – ricorda Matteo – nata da un cambio di rotta: mio padre si occupava di altro, ha lavorato in ambito informatico. Anche all’estero, per 15 anni. Anzi, probabilmente è stato proprio il periodo trascorso in Francia ad affinare il suo gusto per i vini d’Oltralpe che, insieme ai whisky e ai prodotti ottenuti con metodi biodinamici, erano il settore su cui aveva una competenza speciale».

Un patrimonio di conoscenze accumulato per pura passione, la stessa trasmessa a Matteo. «Non mi occupo professionalmente di vino – spiega quest’ultimo – ma ho lavorato nella distribuzione, sono sommelier e ho seguito l’attività di mio padre, soprattutto nei primi anni».

Una condivisione di interessi tale da fare sperare nella prosecuzione, in un Rossodisera che continui a essere scrigno di sapori, profumi, sfumature. «Ripartire è difficile – fa presente Matteo – anche perché io lavoro in un ambito completamente diverso e, oggi, un’enoteca deve offrire molto, in termini di eventi, mescita e attività connesse. Serve un impegno davvero notevole. Ma un ragionamento lo si farà, vedremo».

Di certo sperano, e terranno gli occhi aperti, i clienti affezionati, quelli che il messaggio in vetrina saluta: «Ringrazio ognuno di voi per questo pezzo di vita condiviso. In particolare ringrazio sentitamente chi mi è stato vicino fino all’ultimo, andando ben oltre il rapporto negoziante-cliente. Con affetto, il vostro Renato».

S.T.

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