Una mostra, che già emoziona per la sua genesi e la sua profondità. E che oggi tocca il cuore di una Busto scossa dal lutto per l'omicidio di Davide Gorla in centro, più che mai.
Ieri è stata inaugurata l'esposizione "Un grande sì alla vita", realizzata dal Cav con il patrocinio del Comune (LEGGI QUI).
«Sintetizzare l'esperienza del Centro di Aiuto alla Vita, di questa avventura umana iniziata nel 1989, non è semplice - si spiega nelle motivazioni della mostra con le parole di Antonio Pellegatta - Possiamo accontentarci di alcune cifre: 1.422 bambini aiutati a nascere, tantissime donne e famiglie incontrate e sostenute con la nostra opera, oltre 250 Progetti Gemma sottoscritti in aiuto a donne in grave difficoltà economica... Ma c'è un di più... La parola che meglio descrive l'esperienza di questi anni è stupore, stupore per quanto di buono e di bello è accaduto nella nostra vita, nella vita delle nostre famiglie e in molte persone incontrate. Lo stesso stupore pieno di gratitudine che ci hanno testimoniato con la loro vita Anna e Giovanni Rimoldi, che sono stati gli ispiratori e i curatori della mostra».
Elemento qualificante la mostra - si sottolinea ancora - è stata la scelta di partire dalla esperienza a contatto con le donne, le famiglie, i giovani: «Non siamo partiti da una ideologia, ma dalla vita concreta fatta di incontri, di gioia per un bambino accolto, di delusionei e tristezza per una maternità rifiutata, di entusiasmo per la vita dei nostri giovani, di trepidazione per una mamma in difficoltà per la sua salute o la salute del suo piccolo».
Ha commentato in un post l'assessore Manuela Maffioli sull'iniziativa: «Assume oggi - a 15 anni dalla sua ideazione - un significato ancora più profondo. Se l'affermazione assoluta della vita non ha tempo né scadenza, suona - in questi giorni dolorosi per la nostra Comunità - di ancora maggiore stringente attualità. Suona come la risposta. Al gesto che ha lacerato i nostri sentimenti. Alle domande che ha suscitato. Agli interrogativi sottesi e sospesi, la cui portata si allarga come i cerchi nell'acqua, dopo che il sasso è andato giù. La vita come risposta a una (sub)cultura di aggressività, sopraffazione e violenza. La vita come richiamo al rispetto dell'altro, dei confini, del dialogo e del confronto ». L'assessore ha poi rivolto i suoi complimenti alla parrocchia di Borsano e a tutti i volontari impegnati nella patronale.
Ribadisce il consigliere comunale Emanuele Fiore: «Credo sia giusto sottolineare il messaggio positivo di questa mostra soprattutto in questo momento in cui la nostra città è stata ferita da un grave evento delittuoso».
La mostra potrà essere visitata anche sabato 28 dalle 19 alle 20, domenica 29 in due fasce orarie (11.30-12.30 e 19-22), martedì 2 luglio dalle 21.30 alle 22.30, e venerdì 4 luglio nuovamente dalle 19 alle 22.