Nasce Varese Cultura 2030: un progetto di rete per una cultura condivisa, sostenibile e strategica. Questa mattina, nella Sala Convegni di Villa Recalcati, è stato presentato ufficialmente il progetto Varese Cultura 2030, un’iniziativa di ampio respiro ideata per rilanciare e strutturare il patrimonio culturale della provincia di Varese. A intervenire sono stati rappresentanti istituzionali, fondazioni, sindaci e operatori culturali, uniti da un comune obiettivo: fare rete per valorizzare il territorio attraverso la cultura, superando la frammentazione attuale.
Il presidente della Provincia di Varese, Marco Magrini, ha sottolineato l'importanza strategica di questo progetto, frutto di un anno di lavoro intenso. «Stiamo costruendo un sistema culturale forte e coeso, in cui i singoli attori rinunciano al protagonismo per lavorare insieme», ha affermato. In questo contesto, la Provincia ha assunto un ruolo di coordinamento e visione strategica, supportata anche dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto, presieduta da Federico Visconti, che ha avviato un processo di rinnovamento significativo.
«Il progetto - ha proseguito Magrini - mira a connettere realtà culturali di città come Varese, Gallarate, Saronno e altre, allargando la prospettiva anche oltre i confini provinciali, verso Como e altre aree limitrofe. Solo uniti possiamo rendere appetibile il nostro territorio, anche agli investitori, offrendo certezze e idee chiare su cui poter investire».
Uno degli obiettivi centrali è coniugare cultura e turismo, creando un sistema integrato che valorizzi i luoghi simbolo della provincia, come Santa Caterina del Sasso, in cui sono previsti interventi strutturali per migliorarne l’accessibilità e l’offerta culturale. «Senza cultura, il progetto turistico resta monco», ha dichiarato Magrini, sottolineando l'importanza di un approccio inclusivo e moderno.
Enzo Laforgia, Assessore alla Cultura del Comune di Varese, ha insistito sulla necessità di una visione politica e strategica che vada oltre il singolo evento: «Dobbiamo costruire la biografia del nostro paesaggio per agire responsabilmente nei confronti dei cambiamenti futuri». Per Manuela Maffioli, Assessore alla Cultura di Busto Arsizio, “rete” e “cultura” sono i pilastri per lo sviluppo del territorio. Ha ricordato l’esperienza della rete MIVA (Musei Industriali Varesini), nata nel 2020 e oggi unico esempio italiano del genere, unendo 9 musei in 7 provincie. L’iniziativa MayFiber, con quattro mostre ospitate anche in spazi non convenzionali, ha dimostrato che «la cultura può entrare nella vita quotidiana delle persone», portando bellezza e consapevolezza.
Federico Visconti, presidente della Fondazione Comunitaria del Varesotto, ha ribadito l'importanza di un approccio manageriale e sinergico. Ha citato come esempio il mission related investment sul Teatro Sociale di Busto Arsizio, modello di intervento sostenibile e strategico, «occorre usare le risorse in modo intelligente, facendo crescere le realtà del territorio», ha detto.
L’assessore alle Attività Produttive, COmmrcio, Attrattività Territoriale, Consulte, Sport e Musei della Città di Gallarate, Claudia Mazzetti, ha posto l’accento sull’impegno della città per l’arte contemporanea, citando il ruolo centrale del MAGA e l’iniziativa “Archivi Futuri”, giunta alla sua terza edizione. “Abbiamo un patrimonio culturale immenso, ma è difficile valorizzarlo con le sole risorse a disposizione. Solo lavorando in rete potremo farlo conoscere e vivere pienamente».
Paolo Landini, dell’Ufficio Sviluppo Sostenibile della Provincia, ha presentato le linee guida operative del piano. Varese Cultura 2030 è stato costruito come strumento di pianificazione strategica a breve, medio e lungo termine. Tra le azioni chiave, Landini ha citato «la valorizzazione dei poli culturali come punti di ingresso al territorio, l’individuazione di itinerari culturali sostenibili legati al paesaggio e alla mobilità sostenibile, tra cui le piste ciclopedonali, attività di promozione e rappresentazione organica del sistema culturale provinciale, così come di formazione e sensibilizzazione per operatori e nuove generazioni, oltre a protocolli d’intesa tra partner per condividere visione, obiettivi e buone pratiche».
Varese Cultura 2030 si pone come modello innovativo, replicabile e sostenibile per la gestione e promozione del patrimonio culturale. È una sfida collettiva, che punta a superare localismi e rivalità in favore di una visione sistemica e lungimirante. L’adesione di piccoli musei, fondazioni, enti locali e imprese culturali indica che il territorio è pronto. «Questo progetto durerà tre anni. Ci auguriamo che, però, sia solo l’inizio, che Varese Cultura 2030 possa davvero gettare basi concrete per il futuro del nostro territorio, per innalzare il livello dell’offerta culturale e inserirla in un circuito più ampio», ha concluso Landini.
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