Nei giorni scorsi, sono fischiate le orecchie ad Audio Porfidio. L’ex consigliere comunale di Busto Arsizio, da tempo si è trasferito a Stanghella, nel Padovano.
Ma anche a 300 chilometri di distanza, gli è giunta notizia che esattamente una settimana fa, durante l’incontro su piazza Vittorio Emanuele organizzato dall’associazione Politicamente, c’è chi ha caldeggiato un ritorno del monumento ai Caduti nella sua collocazione originaria.
Lo stesso giorno, in mattinata, nell’ambito della Giornata della legalità si era tenuta un’iniziativa con le scuole davanti alla Procura. Davanti al monumento dedicato alla memoria dei magistrati uccisi dalla mafia donato proprio da Porfidio è che da ormai tre anni è “monco”: la statua della Giustizia, abbattuta dal vento, non è mai tornata al proprio posto: «È incredibile», si rammarica l’ex consigliere comunale. Che ora ha deciso di chiudere definitivamente l’ufficio del suo movimento La Voce della Città in viale Cadorna: «Non tornerò più a Busto», fa sapere.
La storica battaglia
Sono tante le battaglie combattute da Porfidio, sui banchi dell’assise cittadina e fuori da Palazzo Gilardoni. Dalla sicurezza alla manutenzione di strade, marciapiedi e aiuole. Ma quella che viene spontaneo associare alla sua figura è relativa al monumento ai Caduti. Fu infatti tra i promotori del referendum indetto per cercare di evitarne il trasloco in piazza Trento e Trieste.
Le cose non andarono come auspicava, così da tempo l’opera è stata spostata. «Ed è finita a fare da rotonda, in un posto destinato ai bagni pubblici. Col risultato che piazza Vittorio Emanuele, un tempo viva e animata, ha perso la propria identità ed è rimasta un’incompiuta», lamenta.
Ora si discute di come dare nuova linfa a questa parte del centro e Porfidio caldeggia un (improbabile) ritorno alle origini, come ha fatto anche qualche cittadino. Si era persino detto disponibile a farsi carico della cifra ingente necessaria per il nuovo trasloco. «Il monumento è dedicato a chi ha perso la vita per noi. Il sindaco dovrebbe conoscere questi valori, la fascia tricolore non serve solo per il taglio dei nastri. Qualche cittadino bustese si è svegliato e conferma le mie battaglie, ma è tardi ormai».
Monumento “senza Giustizia”
E sempre a proposito di monumenti, quello dedicato ai magistrati vittime della criminalità organizzata da quasi tre anni è privo della statua della Giustizia.
«Nessuno mi ha mai detto che fine abbia fatto – protesta Porfidio –. Avevo donato l’opera alla città per onorare la memoria dei servitori dello Stato caduti per mano della mafia. È ora che la statua venga risistemata, anzi questo sarebbe dovuto avvenire diverso tempo fa».
Venerdì scorso, dopo aver sfilato per la città, gli studenti hanno letto i nomi dei magistrati “eroi” incisi sul monumento fatto realizzare da Porfidio. «Ma la statua ancora non c’è – sbotta l’ex consigliere comunale –. Ed è grave».
Busto addio
In questi giorni, Porfidio sta ultimando la vendita della storica sede della Voce della Città in viale Cadorna. Per tanti anni è stata un riferimento per i cittadini che bussavano a quella porta, sapendo che avrebbero trovato un megafono disponibile a rilanciare problemi o segnalazioni di disagi.
Anche dopo il trasferimento nel Padovano, le insegne del movimento civico erano rimaste lì a fare da “monito”. Ora non è più così. «Avevo anche pensato di trasferirmi nuovamente a Busto per trascorrere qui gli anni della vecchiaia – rivela Porfidio, fresco di nozze –. Ma quando mi è capitato di tornare in città, sono rimasto deluso per l’incuria di strade e marciapiedi o per l’illuminazione insufficiente. E ho deciso di dire basta e, a malincuore, di chiudere anche la sede della "Voce"».