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Cultura | 10 ottobre 2024, 17:30

Federico Grassi alza il sipario di “Aperiscena” al Ridotto del Sociale

Con “Nascita, copula, morte” il direttore artistico del Sociale inaugura la rassegna che avrà luogo al Ridotto del teatro di piazza Plebiscito. «Con cinque eventi che spaziano dalla poesia al teatro, alla letteratura, fino alla musica e la canzone, ho inteso valorizzare e far conoscere al grande pubblico il suggestivo spazio finora destinato unicamente alle prove e alla formazione». Al termine, aperitivo

Federico Grassi alza il sipario di “Aperiscena” al Ridotto del Sociale

Sarà “Nascita, copula, morte” di e con Federico Grassi la pièce che giovedì 17 ottobre (ore 18) alza il sipario di “Aperiscena”, la rassegna al Ridotto del Sociale per rivalutare uno spazio affascinante dal punto di vista teatrale per la prossimità che si crea fra gli attori e il pubblico e per quel tocco di convivialità e incontro che la sede saprà garantire.

Cinque artisti si alterneranno sulla scena nel corso della stagione e al termine delle loro performance si uniranno al pubblico in un secondo tempo dedicato all’aperitivo offerto da cinque importanti operatori cittadini del settore.

Ad inaugurare “Aperiscena” sarà un lungo e travagliato percorso dell’esistenza umana letto e recitato attraverso la metafora del viaggio. «I paesaggi ed i luoghi che visitiamo sono quelli delle piccole sensazioni quotidiane, dei grandi sentimenti potenti e straordinari, di tutte le emozioni che ci accompagnano nel percorso/occasione che comunemente chiamiamo vita, dal primo vagito all’ultimo alito di respiro – spiega Grassi - Un viaggio scandito in tre stanze/fermate principali. Nascita: dalle primordiali sensazioni uterine e post- travaglio dei potenti versi di Testori, fino ai primi turbamenti adolescenziali dei ragazzi che si baciano di Prevert, attraverso il primo dolore della piccola bimba di Gozzano e la supplica alla madre del giovane ragazzo di Pasolini». C

Il secondo step sarà “Copula”: dall’età adulta alla piena maturità e consapevolezza, ossia la stagione delle relazioni e dell’amore soprattutto, raccontato nelle sue molteplici prospettive. «L’amore lirico ed ideale del Sonetto Shakespeariano, quello dai profumi di storia boccaccesca nell’ Elogio degli amori ancillari di Gozzano, fino alla pienezza del sentimento in senso romantico e passionale nei versi sublimi di Apollinaire, Salinas e Wilcock», prosegue.

Infine “Morte”: l’ultimo segmento del tragitto. «La stagione della malinconia e della stanchezza, dei ricordi e dei bilanci, la contabilità della vita, la paura dell’inaspettato e sconosciuto, ma anche la rabbia e la ribellione ad un destino ineluttabile che si vorrebbe almeno rimandare nei bellissimi componimenti di Palazzeschi, Cardarelli, Vian, Montale, Ferlinghetti e Yourcenar che con Memorie di Adriano chiude in maniera mirabile ed esemplare il cerchio del nostro cammino. Le parole dell’esistenza, che è parola», conclude.

L. Vig.

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