Vittoria a Spotorno, ultima tappa del Grand Prix Master di judo: Armando Bucci, viceispettore della Polizia di Stato al Commissariato di Busto Arsizio (QUI la recente conquista di un bronzo nazionale), si gode il successo e attende. Perché il primo posto ottenuto in Liguria segue la conquista del podio nelle precedenti competizioni. Un’infilata di risultati che fa ben sperare per il piazzamento finale nella prestigiosa manifestazione, alla quale sono ammessi atleti italiani ma anche dall’estero. La conquista del Grand Prix, insomma, è possibile. I conteggi non sono immediati (entrano nel calcolo della Federazione, oltre ai risultati gara per gara, ranking list e “testa a testa”), dunque occorre pazienza.
«L’ultima vittoria – fa il punto Bucci – è comunque una grande soddisfazione. Dice che sono tornato, che con il judo non ho ancora chiuso». Riferimento al periodo in cui lo sport è passato in secondo piano, tra famiglia (due figli) e lavoro. «Non mi sono fatto mancare nulla – riepiloga il judoka – nemmeno lo studio: in questo periodo ho sostenuto gli ultimi esami di Scienze Giuridiche. La concomitanza con la preparazione delle gare è stata un ulteriore motivo di impegno. Oggi posso dire anche di soddisfazione».
Soddisfazione da condividere: «Intanto con il mio allenatore, Angelo Margarone, atleta di altissimo livello. Con lui è scattata quella spinta motivazionale che ha portato qualcosa in più». Il “capitolo famiglia”, poi, è articolato, tra affetti e condivisione della passione per lo sport: «Il supporto dei miei figli e di Eneda, mia moglie, è stato fondamentale. All’angolo, a Spotorno, c’era mia sorella Ornella, anche lei judoka, già nel gruppo sportivo dell’Esercito e in Nazionale». Infine il “credit” per papà Louis, fondatore di una società di arti marziali: «Ho iniziato a praticare il judo grazie a lui. Ero piccolo, tanto che non ricordo nemmeno bene quando è incominciato tutto. È stato il mio primo maestro. E oggi sono felice di potergli dimostrare che non ho ancora chiuso con questo sport».