Attraversare via Matteotti a Busto è come sfogliare un libro. Tanti capitoli, alcuni che fanno presagire il fermento di questa strada di un tempo, altri che mostrano prove di cura, altri ancora che mostrano ferite dolorose.
Da tanto, troppo tempo San Michele è il centro parallelo. Quello con una storia capace anche di sfidare San Giovanni, come "grida" la sua torre, ma che non è riuscito mai a riconquistare il suo ruolo centrale come merita.
Mentre si sta dipingendo e annunciando con maxi progetti il ritratto della Busto futura, qui il quadro è cambiato di poco negli anni. Eccezione il conventino, dove sono iniziati i lavori legati al Pnrr, una riqualificazione da 6.400.000 euro: sarà destinato a residenze e attività commerciali. I lavori devono concludersi entro il 31 marzo 2026 (LEGGI QUI).
Ma già la pavimentazione non è un invito a passare e se ci si guarda attorno, ad alcuni stabili perfettamente restaurati si accompagnano altri in pieno degrado. Arrivando verso via San Michele c'è sempre lo scorcio di impressione"post bellica": si vedono la chiesa e la torre in tutta la loro magnificenza "appoggiate" su ruderi e parcheggio. Sono trascorsi più di 30 anni dal presepe voluto da don Luigi Brambillasca che poneva in evidenza questa ferita: qualche punto è stato curato, ma l'impatto è sempre quello.
Lungo la via gli edifici decadenti, le recinzioni in uguali condizioni, con la vegetazione che si affaccia senza limiti, le saracinesche silenziose, raccontano che qui non è accaduto ancora nulla di decisivo, non un segnale di svolta. La difficoltà principale, anche nel corso dei piani che si sono concepiti (vedi il famoso "Prosciutto" degli anni Novanta), è legata alla frammentazione delle proprietà, dei numerosi eredi alcuni dei quali nemmeno rintracciati o rintracciabili.
Resta il fatto che questo continua a essere il centro parallelo, quello dove aprire un'attività commerciale o sistemare una casa è frutto del lodevole coraggio del singolo. Una via bellissima, che un tempo cantava laboriosa, ora immersa nel silenzio del tempo. Anche l'edicola di San Carlo è muta nel suo degrado e qui si stanno muovendo ancora una volta i cittadini, persino con l'idea dei "Carlo riuniti" (LEGGI QUI).
La parrocchia intanto sta sistemando la cinta (LEGGI QUI), storica, dopo via Matteotti verso piazza Manzoni e piazza San Michele.
Ecco, piazza San Michele: questa è la speranza, dopo un lungo periodo di riqualificazione che non ha portato automaticamente vita. La sua rinascita sociale si sta mettendo in atto con la parrocchia e i negozianti. Il Comitato centro cittadino ha abbracciato San Michele com'era naturale e anche in occasione della patronale si può vedere l'effetto (LEGGI QUI). L'auspicio è che i risultati siano sempre più frequenti e radicati e che contagino via Matteotti.