Per assaporare l'importanza, il valore del libro e del podcast presentato oggi, giovedì 30 ottobre, alla Provvidenza di Busto, tra i numerosi e intensi interventi ce n'è uno che ci ha lasciato il segno in particolare.
Compagni di viaggio
È quello di Anna, un'ospite che ringrazia i ragazzi dell'istituto canossiano Barbara Melzi di Legnano e incita a credere in loro. Che dice con bellissimi occhi blu e parole potenti: «Avevo tre ragazzi meravigliosi, come compagni di viaggio. In un momento così drammatico del mondo, in cui si alimentano separazioni, siamo tutti insieme in questo strano viaggio che si chiama vita». Per i giovani parla Samuele a nome di tutti e racconta com'è avvenuto questo incontro, giorno dopo giorno.
Incontro che ha dato vita a “Se potessi raccontarti che…” Storie a cavallo di un secolo per giovani in viaggio", esito appunto di un progetto intergenerazionale che ha messo in dialogo i residenti della Rsa con gli studenti della classe IV.
La Sala polivalente de La Provvidenza di Busto Arsizio è piena di volti, attese, pagine che sussurrano. Gli educatori professionali della struttura hanno accompagnato i giovani nel percorso di ascolto e raccolta delle testimonianze degli anziani residenti. Un anno di lavoro, preceduto dalla formazione trimestrale specifica per gli educatori incaricati condotta dalla dottoressa Barbara Calaba, formatrice della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari. Oltre al volume -con le fotografie scattate da Marco Binelli ed Emiliano Bianchi - è nato il podcast di 10 puntate, curato dal dottor Marco Miglionico.
Alcune frasi, che uniscono e restano, nate dall'esperienza quotidiana.
«Non ho mai viaggiato lontano, ma ogni mattina, quando aprivo la bottega, mi sembrava di partire lo stesso. Le persone erano la mia mappa del mondo.»
«Da ragazza mi dicevano che ero troppo curiosa. Ora penso che la curiosità sia solo un altro nome per la speranza»
Racconti che inducono a meditare e vivere più profondamente ogni attimo, che alimentano la consapevolezza del senso della vita e del tempo. Alla presentazione, guidata dal direttore Luca Trama, ha rammentato il presidente Luigi Chierichetti, ringraziando anche il suo predecessore Romeo Mazzucchelli, attualmente vice: «Questo progetto rappresenta molto più di un esercizio di memoria: è un atto di custodia della nostra identità storica e sociale, un modo per tenere insieme passato e futuro. Gli anziani e i giovani hanno avuto un’occasione preziosa per conoscersi, ascoltarsi e scoprire quanto le loro esperienze siano intrecciate. Iniziative come questa rappresentano il potenziale culturale di realtà come Provvidenza dove è possibile, accanto alla cura e all’assistenza, offrire spazio alla memoria e alla testimonianza di un mondo che non c’è più ma che ci è appartenuto».
Ma da ciascun relatore, sono usciti discorsi tutt'altro che formali. È la Provvidenza realtà all'avanguardia regionale, come ha sottolineato il presidente della commissione Welfare regionale Emanuele Monti, che trasmette un altro pilastro ancora: l'importanza dell'identità che in questo lavoro si avverte tutta. L'identità personale che diventa collettiva, intergenerazionale Parola cara all'assessore del Comune di Busto Manuela Maffioli, che ha poi rammentato come gli ospiti hanno tantissimo da dare, non solo da ricevere. E ancora, ha rimarcato un aspetto prezioso, il professor Federico Visconti, alla guida della Fondazione comunitaria del Varesotto: qui dentro ci sono storie di scelte, quindi di maestri.
I ragazzi hanno potuto apprendere cos'era la scuola prima, quella delle mani sporche per il calamaio e delle lavagne, attraversare un mondo privo di tecnologie come quelle attuali, in cui i rapporti di amicizia avevano spesso un altro spessore: d'altro canto, la tecnologia aiuta e gli stessi anziani ne vedono le chance. Insieme, nulla fa paura.
Come pure il preside Flavio Merlo ha indicato un'altra "scoperta": quella del tempo, un tempo da vivere lentamente in confronto alle "corse" della nostra epoca e allora occorre attribuirgli il giusto valore.
L'anziano nella sua interezza, ha aggiunto la dottoressa Anna Zanetti, da ascoltare per apprendere e crescere. Con l'espressione magnifica da lei usata: «Il futuro ritrova le radici». Tutto ciò con lo strumento della biografia, le storie che ricalcano quelle dell'antichità - osserva Barbara Calaba - ma in questo caso gli eroi non sono famosi. I ragazzi sono entrati in punta di piedi in questa missione, hanno saputo rallentare, ascoltare appunto, rispettare, meditare. E narrare. Le pagine da una parte, il podcast dall'altra: due metodi, due epoche che si incontrano.
Nel libro (stampato da Grafiche Casbot e con l'editing di Federica Lettieri, Manuela Dezi, Stefano Landonio), delle 19 voci due appartengono a ospiti che nel frattempo ci hanno lasciato: ma non si sono spente.




























