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Opinioni | 15 marzo 2024, 12:00

Il sacco azzurro «una scomodità». E i giovani seguono l’onda (degli adulti)

Mentre tutti si lamentano per le novità sulla raccolta differenziata agli incontri di Agesp, i ragazzi sono assenti. I motivi? La ricerca della comodità, il contesto sociale e la scarsa sensibilizzazione. Ma possiamo - e dobbiamo - cambiare

Il sacco azzurro «una scomodità». E i giovani seguono l’onda (degli adulti)

Nell’ultimo periodo sulla bocca di tutti gli abitanti di Busto Arsizio - bustocchi e bustesi - c’è la “novità dell’anno”: il sacco azzurro. Questo abominio. O almeno, così viene considerato dai più, perché ho difficoltà a sentire un abitante che sia contento.

Tra chi è preoccupato per la raccolta quindicinale e chi per le sanzioni, lo scontento è diffuso. A rassicurare non bastano il “periodo transitorio” chiesto dal comune né le risposte che Agesp ha tentato di dare alle domande dei cittadini durante gli incontri dedicati, organizzati nei vari quartieri della città.

Proprio l’altro giorno ho assistito alla riunione indetta a Beata Giuliana (LEGGI QUI), e si è ripetuto il cliché delle altre serate: gente irrequieta e clima teso, brontolio costante, persone che parlavano sopra ai relatori di Agesp e non ascoltavano nemmeno le risposte alle proprie domande. A colpirmi - oltre a questa ostilità che non è stata celata neanche per un secondo - la totale assenza dei giovani, registrata anche nelle altre occasioni. Da ventenne, forse un po’ li capisco.

Davanti al comportamento dei parenti più avanti con l’età - preoccupati più per le loro abitudini e il portafoglio che per il benessere ambientale - non mi stupisco che i ragazzi non fossero presenti. Credo che il loro disinteresse sia comprensibile, considerato che hanno come esempio degli adulti che, davanti ad una svolta positiva per la società e la natura, sanno trovare solo i lati scomodi. Perché, a ben guardare, è di scomodità che si parla: non c’è nulla di difficile nel fare la raccolta differenziata, visto che - in teoria - la svolgiamo già da anni.

Forse è proprio la ricerca assidua della comodità uno dei più grandi problemi sociali. Credo che uno dei motivi che ha spinto i giovani a non presenziare agli incontri con Agesp sia stato proprio questo: perché fare un piccolo sforzo, quando alle riunioni sono già andati i genitori, gli zii e i nonni?

È più comodo farsi riferire che cosa è stato detto. È più comodo che siano gli altri a fare la raccolta differenziata. È più comodo declinare le responsabilità.

Ma - cari giovani - siamo noi gli adulti del futuro.

So che le cose da fare sono sempre tante e che il tempo sembra non essere mai abbastanza. Ma è davvero quell’oretta alla sera che ci manca per andare ad informarci su qualcosa che renderà la vita migliore a noi e all’ambiente?

Magari non ci sembra un argomento molto interessante o divertente, ma è di fondamentale importanza per il benessere sociale e del pianeta che ci ospita. Forse non capiamo quanto sia cruciale a causa del contesto che ogni giorno troviamo intorno a noi. Da chi abbiamo imparato a non fare la raccolta differenziata, ad abbandonare i rifiuti per strada, a gettare dal finestrino dell’automobile i mozziconi di sigaretta? Dagli adulti di oggi (non tutti, chiaramente).

Molti di noi anche a scuola hanno sentito parlare poco di iniziative green, di salute ambientale, di riciclaggio. Spesso nelle aule c’è un solo cestino, dove vengono gettati rifiuti di ogni tipo. Al massimo, c’è un contenitore a parte per la carta.

Solo negli ultimi anni gli istituti scolastici cercano di sensibilizzare sull’argomento a partire dall’infanzia, per far sì che i bambini diventino persone virtuose. Ma noi, che su questo siamo poco istruiti, abbiamo il dovere di informarci.

E allora, adulti di domani, so che è difficile (o meglio, è scomodo) cambiare, so che è difficile non pensare che il nostro gesto virtuoso non vale nulla se la popolazione intera non cambia. Ma un oceano è formato da tante goccioline minuscole, ognuna delle quali conta come tutte le altre. E noi siamo le goccioline che compongono la società, e come tali abbiamo la possibilità di cambiare qualcosa, piccola o grande che sia.

Alessia Martignon

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