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Busto Arsizio | 05 marzo 2024, 14:30

VIDEO. Busto invecchia e le famiglie chiedono aiuto. Alzheimer Cafè Accorsi, per prendersi cura di chi si prende cura

Non è un gioco di parole, ma l’obiettivo del progetto. La direttrice Stefania Maffei: «La demenza e il caregiver hanno numeri pandemici: 8 milioni e mezzo, di cui 7 milioni sono anziani. I caregiver di persone con demenza sono 3 milioni. In provincia di Varese, 17mila 841 le persone affette da demenza»

Paola Reguzzoni con Stefania Maffei e Sara Gioia

Paola Reguzzoni con Stefania Maffei e Sara Gioia

Prendersi cura di chi si prende cura. Questo l’obiettivo di Alzheimer cafè Accorsi, un progetto che offre un appuntamento settimanale gratuito di terapia non farmacologica e sostegno per le famiglie che si occupano di un caro con demenza e anche un progetto social di informazione e formazione.

Il progetto c’è anche a Busto Arsizio e offre un’opportunità sia alle famiglie che gratuitamente possono avere un supporto sia anche al Comune che viene alleggerito nel sostegno alle persone in difficoltà. Dunque un vantaggio soprattutto a chi si prende cura dei malati, ai caregiver.

I numeri del resto sono altissimi, come ha sottolineato in conferenza stampa Stefania Maffei della direzione del progetto: «La demenza e il caregiver hanno numeri pandemici: 8 milioni e mezzo, di cui 7 milioni sono anziani. I caregiver di persone con demenza sono 3 milioni. In provincia di Varese sono 17mila 841 le persone affette di demenza. La dignità della persona è fondamentale».

Dunque l’assessorato ai Servizi sociali ha pensato bene di sostenere l’iniziativa. Come ha chiarito l’assessore Paola Reguzzoni: «Abbiamo voluto appoggiare le iniziative e anche mettere in rete tutto quello che il terzo settore offre. La realtà di Busto Arsizio è caratterizzata da un’età media sempre maggiore: in città si contano 22mila over 65.  Il numero di affetti di malattie neurodegenerative è destinato inesorabilmente a crescere. Questi servizi sono sempre più importanti per una società che vuole mantenere l’anziano a domicilio. L’età media nelle nostre case di riposo si è alzata a 80 anni e la permanenza media nelle Rsa si è abbreviata: a testimonianza che la residenzialità definitiva si ha quando non si hanno altre alternative, altrimenti si cerca di lasciare l’anziano al proprio domicilio. Quindi fondamentali le cure e le accortezze socio-sanitarie per rendere dignitosa la vita di chi soffre queste malattie».

I famigliari sono spesso messi alla prova da questa problematica: «Se si conosce la malattia più si accettano certi comportamenti – ha precisato Sara Gioia - Alzheimer cafè vuole superare i tabu. Per questo organizziamo incontri con professionisti che offrono informazioni utili su come prendersi cura del malato. La cura del caregiver occupa cinque ore al giorno: se diamo quelle due ore di supporto alle famiglie, sappiamo di essere importanti».

Il calendario

Le iniziative sono presenti su due pagine social, una Facebook  l’altra Instagram: @alzheimercafe_accorsi.                                        

Il progetto propone un percorso di yoga per il caregiver finalizzato ad apprendere semplici esercizi di respiro per controllare l’ansia e gestire lo stress. Un percorso di quattro incontri con un avvocato per saperne di più di amministrazione di sostegno, donazioni, eredità, contenzioni. Un incontro mensile lungo tutto l’anno di sostegno psicologico al caregiver, in gruppo, con la psicologa e psicoterapeuta Claudia Maffei. Un percorso di quattro incontri, due di musicoterapia e due di arteterapia per i caregiver per acquisire strumenti di cura e sperimentare i benefici di queste terapie.

Inoltre l’obiettivo è quello di portare sul territorio eventi di aggregazione per i caregiver con i malati.

Fra poco si organizzerà un Aperitivo per festeggiare l’anno di Alzheimer Cafè. 

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Laura Vignati

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