Le luminarie si sono appena spente, ma un'altra luce è pronta ad accendersi su Busto Arsizio: quella dei falò. In centro come in periferia, non c'è stato tempo per fermarsi: del resto è da settimane che ogni realtà pensa alla propria Giöbia. E incombono gioiosamente altre luci: quelle del Carnevale.
«Cerchiamo di tenere viva, accesa, la città tutto l'anno. Non hanno fatto in tempo a terminare le feste natalizie, che avremo le luci dei falò e quelle colorate del Carnevale, sì. Si apre l'anno con due appuntamenti identitari, un modo simbolico per iniziare» rimarca la vicesindaco Manuela Maffioli. Che oltre alla delega della cultura ha appunto quella dell'Identità e dello Sviluppo economico.
Sfogliamo l'agenda, quindi, perché Babbo Natale se n'è appena andato e ci vorrà ancora qualche giorno prima di smontare il presepe cittadino, ma tra 11 giorni, esattamente giovedì 25 gennaio, sarà già il giorno della Giöbia. Le associazioni sono in fermento e compaiono gli annunci delle cene con falò negli oratori. Il tavolo dell'Identità è al lavoro da un pezzo e si sono sensibilizzate le associazioni affinché anziché bruciare i fantocci per conto proprio, prendano in considerazione di venire nello spazio in centro, in via Einaudi.
Un auspicio, senza nulla togliere alla propria autonomia e a tutta quella rete di parrocchie e associazioni in periferia.
Ma anche quando si spegnerà il falò, ci sarà da lavorare. Domenica 11 febbraio ci sarà la consegna delle chiavi al Tarlisu e il sabato grasso la sfilata con i carri, guidata dalla Famiglia Sinaghina.
Busto riparte dalla sua identità dunque. «Ma già si cominciano a sentire le note di Ba Classica - sorride Maffioli - che verrà presentata settimana prossima, si intravedono. le opere del festival di fotografia o delle prime mostre... i fili dell'arte tessile e si sente il ciak del festival del cinema».
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