«Non lasciate morire il teatro. Dategli una mano: è importante far vivere l’arte del palcoscenico». Anche I Legnanesi hanno lanciato l’appello a non far morire il Manzoni di Busto. Lo hanno fatto ieri sera, martedì 10 ottobre, al termine dello spettacolo che aveva riscosso il tutto esaurito e dinanzi a una platea che li ha assecondati con risate e applausi dalla prima all’ultima battuta.
Al di là del successo annunciato, la Teresa ha voluto adeguare la pièce al pubblico per larga parte bustocco. Così i “Sogni” dei Legnanesi si sono calati e immedesimati negli angoli della storia bustocca. Hanno chiamato in causa più volte l’ex primo cittadino seduto in prima fila, Gigi Farioli, che quando era sindaco aveva chiamato più volte la compagnia di Felice Musazzi nei cortili di Busto Arsizio. La Teresa, la Mabilia, il Giovanni e tutta la famiglia non se l’erano fatti dire due volte: non avevamo mai declinato l’invito, organizzando anche spettacoli in beneficenza.
Hanno incoraggiato il pubblico a tenere vivo il dialetto, le tradizioni locali, a non lasciar contaminare la nostra lingua con quella inglese. Hanno richiamato le tradizioni industriali di Busto Arsizio e Legnano come i poli più attivi di tutta la Lombardia, hanno esaltato l’operaio che nel 1962 otteneva il premio di produzione con una gita a Cervinia, hanno rispolverato i vecchi mestieri.
Applauditissimi tutti i personaggi, e non solo Antonio Provasio, Enrico Dalceri e Italo Giglioli. Al termine hanno annunciato il prossimo spettacolo con cui gireranno tutt’Italia: “Settimo non rubare”.
Il Manzoni è da due anni che “fa il filo” alla compagnia dialettale perché voleva che i “Sogni” della Teresa e della Mabilia potessero realizzarsi sul palcoscenico di via Calatafimi e finalmente ieri è riuscito a esaudire il desiderio: tutto esaurito, full.
Così, incoraggiato dal successo di ieri e dai festeggiamenti dei 70 anni di domenica scorsa, il Manzoni si appresta a inaugurare il nuovo cartellone il 6 novembre con Gabriele Cirilli in “Nun te regg più”.