Ci sono storie che spalancano porte su mondi in apparenza smarriti, piccole perle che meritano di essere mostrate.
Come l'episodio che racconta sui social il luogotenente Francesco Caseri, a Busto Arsizio. Un carabiniere molto stimato in città, che proprio per questo rispetto di fronte al suo prodigarsi silenzioso per la gente ha anche ricevuto un'onorificenza - LEGGI QUI - e che sa ascoltare le persone. Così condivide un incontro: la scorsa domenica «un signore ultraottantenne mi ha avvicinato chiedendomi se, pur non avendo fatto il militare per problemi di salute, poteva iscriversi alla Associazione Nazionale Carabinieri in congedo». L'anziano motiva subito la richiesta: «Aveva il cruccio di non essere riuscito a fare il servizio militare e sperava di poter avere un tesserino o qualcosa di simile».
Un cruccio talmente radicato, che a un certo punto gli affiorano le lacrime: «Mi ha fatto tenerezza perché quando raccontava questo piangeva. Ho capito che avrebbe davvero potuto servire al meglio il nostro paese. Quindi l'ho messo in contatto con la sede della Anc nella speranza che possa sentirsi comunque uno di noi».
In questa storia ci si sente proiettati in un altro tempo per l'intenzione, i gesti, il garbo, le parole, invece è proprio il nostro.
C'è un uomo che si guarda indietro e si rammarica di non aver potuto servire il suo Paese come avrebbe voluto, per ragioni indipendenti da lui. E c'è anche un uomo che lo accoglie, dal primo istante all'ultimo, offrendogli il rispetto che merita. Infatti Caseri non lo chiama frettolosamente anziano o riducendo il suo essere all'età, ma prima usa una parola fondamentale e la ripete nel congedarsi: «A presto caro signore».
Ci racconta poi, il luogotenente Caseri, quando mostriamo interesse verso questo bell'incontro: «Si è fermato con noi per un lungo periodo e a noi ha fatto piacere avergli dato un momento di serenità. Lui aspira ad aver un attestato di appartenenza alla vita militare come ad esempio la tessera Anc anche se da simpatizzante e non da carabiniere in congedo».
Quel tesserino gli darà sollievo, ma intanto a noi lo offre pensare che in questo periodo spesso ferito dall'egoismo qualcuno si interroghi su quanto ha aiutato il suo Paese - e la sua sofferenza ci induce a pensare che l'abbia fatto, eccome, in tanti modi - e qualcuno l'abbia confortato e gli abbia reso omaggio.
Piccole storie che ispirano rispetto e tenerezza.