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Busto Arsizio | 09 settembre 2023, 08:15

La Casa di Chiara alla conquista del Rocciamelone: «Più vicini ai bambini che ci hanno insegnato a volare»

Un'avventura e, allo stesso tempo, un momento di condivisione speciale che si ripete per il settimo anno consecutivo

Una precedente spedizione

Una precedente spedizione

La Casa di Chiara alla conquista della vetta Rocciamelone, la montagna delle Alpi Graie, alta 3.538 metri, situata in Piemonte, al confine tra la Valle di Susa e la Valle di Viù.

Nel medioevo era considerata la più alta cima delle Alpi. Questa convinzione, che oggi sappiamo errata, era supportata da diversi fattori: il monte infatti incombe su Susa con un balzo che supera i tremila metri; inoltre era ben visibile per la sua caratteristica forma conica.
Questa mattina, 9 settembre, con Marco Cirigliano, fondatore del sodalizio bustese in ricordo della figlia, partiranno per questa spedizione Jo Jo (capocordata), lo zio Luca Cirigliano, Ganzo, Loreto Salvatori, Dema, Ale Moschillo, Beppe Adamo, Vincenzo Romano. Inizieranno la scalata dal Rifugio la Riposa (2.200 metri), dove lasceranno le auto.

La prima tappa sarà al Rifugio Ca’ D’Asti (2854 metri) per pernottare il sabato.
Dal Ca’ D’Asti proseguiranno alla volta della cima Rocciamelone (3.538 metri).

Spiega Marco Cirigliano: «Se la scalata la faremo nella giornata di sabato o nelle prime ore della mattina della domenica lo valuteremo al momento in base alle condizioni meteo. Di sicuro staremo sempre molto attenti e se, come già successo nel passato (Monte Giove), le condizioni non permetteranno di proseguire, ci fermeremo e torneremo indietro».

È il settimo anno che si ripete questo momento: il tutto incominciò nel 2017 salendo al Bobba ai piedi del Cervino (da quella promessa che “Para” fece a Chiara se fosse uscita dalla terapia intensiva).
«Come ogni volta siamo molto carichi per questa nuova avventura piena di tanto amore - dice Marco - Personalmente non do mai per scontato che quanto avviene sia dovuto, anzi.
Oramai però per ognuno questo appuntamento è irrinunciabile. Io vado da mia figlia e mi porto dentro il suo insegnamento.
Ma ognuno in questa scalata (che costa tanta fatica, ogni anno è un anno in più) porta il proprio pezzo, perché tutti quanti lo abbiamo, e proprio in queste sere per pianificare l’organizzazione riflettevamo su questo senza poca emozione, pensando che tra qualche anno ci saranno anche i nostri figli a salire con noi.
Quest’anno la farfalla la porterà fino alla cima il nostro amico Ganzo. Quando lo ha saputo ne è rimasto orgoglioso e tanto onorato. Perché portare in alto la farfalla, è portare Chiara e tutti i bimbi che ci hanno insegnato a volare».

Redazione

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