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Videogallery | 08 giugno 2023, 08:00

VIDEO. «Giornalisti da grandi? Vediamo, per ora è una passione. Così comunichiamo al liceo Crespi»

Il racconto della redazione de "La Voce del Crespi" a Busto: articoli, inchieste e podcast dove ognuno porta il suo talento. «Tante piccole voci formano un grande coro»

VIDEO. «Giornalisti da grandi? Vediamo, per ora è una passione. Così comunichiamo al liceo Crespi»

Il giornale era già nato qualche anno fa, ora è rinato con nuove penne. E voci, perché il lavoro del liceo Crespi a Busto Arsizio passa anche dai podcast.

Diventare giornalisti? Se si rivolge questa domanda alla redazione de "La Voce del Crespi", si riceve un sorriso, poi i ragazzi precisano: «Per ora è una passione». C'è anche si occupa in modo particolare della fotografia e ha una paura: di perdere quell'emozione, quelle vibrazioni che sente, se diventasse un lavoro.

Ma conta l'"adesso". Conta quest'esperienza con cui gli studenti hanno unito le forze -  anche piuttosto eterogenee, visto che si va dalla prima alla quarta - per comunicare al liceo. Per riflettere sull'attualità, sulla cultura, sullo sport. Spiega in modo dettagliato il sito Ruben, uno dei caposervizio: sì perché si fa per passione, però non si scherza. Ecco che la redazione è strutturata per ruoli, si va dall'inviato al fotografo passando per il grafico e poi non può mancare il social manager. Su Instagram e YouTube in particolare si condividono i ricchi contenuti. Tante piccoli voci formano un grande coro: è lo slogan che si scandisce.

Vogliamo diventare un punto di riferimento per il nostro istituto, ma non solo.

Noi siamo la voce dei giovani che spesso non viene ascoltata e che non riesce ad emergere

I ragazzi raccontano sotto gli sguardi delle professoresse Marcella Colombo, Romina Biazzi e Claudia De Napoli. La dirigente Cristina Boracchi mostra l'orgoglio per questo gruppo, oltre 30 giovani che fanno squillare la chat di redazione - pure con le prof - attivamente coinvolte  - anche la vigilia di Natale. Perché mica ci si può fermare, c'è un giornale da portare avanti.

Poi affiorano le idee, come quella di Alice che ha condotto dritto a un podcast. Ma anche una bella considerazione: prima, i giornali, li leggevano meno. Adesso sono più attenti ai media e si dicono lieti di aver affinato la propria capacità organizzativa. C'è chi accusa i giornalisti di essere parziali, chi la pensa in maniera opposta.

Sfogliando gli articoli, colpisce la loro varietà. Come lo sguardo fresco. Alice analizza il centenario del Classico ipotizzando come sarà tra 100 anni, quella che potrebbe essere la scuola dei nostri figli o nipoti. 

Se avessero questa visione i politici, sarebbe un altro mondo. Rimaniamo volentieri in questo a patto di ascoltare ancora le convinzioni e la voglia di crescere con penna e tecnologia di questi giovani. E con fiducia: «Oltre a ciò che di negativo vediamo, c’è un mondo pieno di persone pronte a fare del bene e ad aiutare il prossimo» assicura Sofia in un articolo.

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Marilena Lualdi

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