Per la prima volta il Comune di Busto Arsizio si è dotato di un disability manager. E come anticipato nelle scorse settimane dall’assessore all’Inclusione sociale, il ruolo non è stato affidato a un’unica figura, ma a “un’équipe”. Quella composta dai professionisti della Fedman, la Federazione Disability Management.
Si tratta di un’esperienza innovativa in Italia. Il team, prima di incontrare i rappresentanti del terzo settore, si è presentato martedì sera in commissione Servizi sociali.
L’assessore Reguzzoni ha ricordato che il bando, dopo la prima gara andata deserta, è stato rimodulato ed è quindi risultata vincitrice la Federazione. Dunque «avremo una serie di interlocutori, ognuno dei quali con la propria specializzazione, dalle barriere architettoniche agli aspetti legali e culturali-formativi».
Si è già tenuta una prima riunione tra disability manager, giunta e dirigenti comunali. «Se fossimo una città perfetta non avremmo bisogno di questa figura – ha ammesso Reguzzoni –. Non è il momento di nascondere i difetti di una città nata dal punto di vista urbanistico-strutturale centinaia di anni fa, con strade ed edifici che non prevedevano criteri di accessibilità».
«Partiamo», esorta l’assessore, con l’invito a «non fermarsi al rispetto della normativa». Palazzo Gilardoni, sede principale del Comune – ad esempio – «è rispettosa della legge, ma la sala giunta non è accessibile ai disabili. E non lo è lo scranno da cui sto parlando in sala consiliare».
L’invito, insomma, è quello di «non limitarsi al compitino». Vale per il Pnrr come per le altalene accessibili: «Non sono un obbligo di legge, ma un obbligo morale», ha rimarcato l’assessore.
Che ha anche fatto notare come quella di Busto sia «la prima esperienza in cui il ruolo del disability manager non è onorifico e poco incisivo, ma prevede una serie di operatività. E a settembre prevedo una variazione di bilancio per cominciare a mettere a terra qualcosa».
Il referente Massimo Magni (Fedman) ha confermato che quella bustocca è «un’esperienza innovativa, la prima così strutturata in Italia».
Nel corso della commissione si sono presentati i componenti dei vari gruppi di lavoro: c’è chi si occuperà del Peba (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche); chi delle linee guida cittadine sui diritti delle persone con disabilità, con «l’obiettivo di suggerire osservazione tecniche finalizzate a rendere la città accessibile a un numero più ampio possibile di persone»; chi ancora della valutazione di accessibilità e inclusione, facendo sì che le delibere dell’amministrazione rispondano ai principi di fruibilità, pari opportunità e non discriminazione.
In programma anche iniziative pubbliche su accessibilità, discriminazione, disuguaglianze, con lo scopo di «favorire un processo di crescita della cultura dell’inclusione e di coinvolgere i cittadini attivamente con laboratori ed attività esperienziali».
Tutti i presenti hanno garantito massima collaborazione, dal presidente della commissione Matteo Sabba (secondo il quale è «fondamentale il concetto di “ragionevolezza”, per non eccedere in ostacoli burocratici»), agli esponenti di maggioranza e opposizione, agli assessori: «Non vediamo l’ora di iniziare concretamente», hanno detto all’unisono Daniela Cerana (Politiche educative) e Salvatore Loschiavo (Mobilità).