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Storie | 27 dicembre 2022, 18:58

Il patriarca di Gerusalemme: «La storia di Anna e Giovanni grande inno alla vita. Terrò in considerazione la pubblicazione del manoscritto sul santuario di Deir Rafat»

Il nome dei bustocchi Giovanni Rimoldi e Anna Puricelli, cui è dedicato il centro aiuto alla vita di Busto Arsizio e un libro sulla loro storia, approda a Gerusalemme

Il patriarca di Gerusalemme: «La storia di Anna e Giovanni grande inno alla vita. Terrò in considerazione la pubblicazione del manoscritto sul santuario di Deir Rafat»

«Un grande inno alla vita che racconta di una coppia cristiana autenticamente radicata nella fede e alimentata dall’amore che viene dall’Alto». Così il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa ha commentato la storia di Anna e Giovanni Rimoldi, raccontata nel libro a firma di Mario Colombo e Laura Vignati.

In una lettera firmata di suo pugno e inviata agli autori non solo ha apprezzato la vicenda di una coppia che ha saputo vivere secondo i dettami evangelici, ma ha anche accettato la proposta di coinvolgere i Cavalieri del Santo Sepolcro per la pubblicazione del manoscritto di Giovanni Rimoldi e Anna Puricelli sulla storia del santuario di Deir Rafat, il testo che il bustocco aveva scritto qualche anno fa, ma non era riuscito a pubblicare. «Mi pare un’idea interessante – ha scritto il patriarca – che terrò senz’altro presente».

E ha aggiunto: «Il testo “Anna e Giovanni” mi sembra un grande inno alla vita che offre la possibilità a molti di conoscere la storia di questa coppia cristiana, autenticamente radicata nella fede e alimentata dall’amore che viene dall’Alto. La profondità e l’autenticità degli scritti di Giovanni Rimoldi e di sua moglie Anna Marinella Puricelli da voi raccolti e illustrati incoraggiano a riflettere e ad affrontare quanto la vita ci offre alla luce dell’unica speranza che non delude e mi auguro che possano essere di aiuto a tanti».

Gli studi storici in Terra Santa

Nel 1998 al prof Rimoldi, sapendo che aveva pubblicato i due libri sulla storia di Borsano e sulla Famiglia Rasini, venne proposto di scrivere una guida del santuario. Il prof accetto perché sarebbe stata per lui l’occasione per visitare i luoghi santi. Così con il vescovo di Nazareth e lo stesso patriarca latino di Gerusalemme ottenne il permesso per accedere agli archivi ed effettuare interviste. Ne nacque un manoscritto di settanta pagine col titolo di “Nostra signora regina di Palestina e l’opera di Deir Rafat”.

«Si cercò di pubblicare il libro – scrive Mario Colombo – ma furono troppi gli ostacoli. Mancavano soldi e si chiese l’aiuto dell’ordine Equestre dei cavalieri del Santo Sepolcro, certamente interessati all’opera perché la Regina di Palestina è la loro patrona. Ma, essendo diffusi in tutto il mondo, sarebbe stato necessario realizzare almeno l’edizione in lingua inglese, se non anche quella in francese e spagnolo. Infine con l’esplosione della seconda Intifada nel settembre 2000, il titolo e l’argomento sarebbero potuti sembrare “politicamente scorretti”. Si pubblicò solo una piccola guida di venti pagine in formato tascabile destinata ai visitatori del santuario, in due edizioni, italiano e arabo. Un peccato che non si sia ancora riusciti a pubblicare il libro, perché non esistono altre opere organiche sull’argomento».

 

Redazione

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