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Busto Arsizio | 20 dicembre 2022, 22:50

Agesp Energia, ok del Consiglio alla vendita. La minoranza: «Quali sono le prospettive?»

Via libera in assise a Busto alla cessione del 70 per cento della società. Il Pd vota contro, ma è tutta l’opposizione a sollevare dubbi sulle prospettive che si vogliono perseguire. «Con il mondo che cambia ogni mese non ci sono certezze. Ma agiamo come il buon padre di famiglia», ha detto il sindaco Antonelli, rassicurando clienti e dipendenti

Agesp Energia, ok del Consiglio alla vendita. La minoranza: «Quali sono le prospettive?»

Il 70 per cento di Agesp Energia andrà sul mercato. Martedì sera il Consiglio comunale ha dato senza particolari sussulti il via libera alla cessione delle quote della società di commercializzazione di energia e gas.
L’approvazione è arrivata col voto favorevole della maggioranza (e di Santo Cascio di Progetto in Comune). Contrario invece il Pd.
Dopo la prolungata discussione di sabato scorso in commissione con i vertici del gruppo Agesp, il sindaco Emanuele Antonelli ha ribadito le ragioni che hanno portato a questa decisione: «Emergenza Covid, crisi energetica in atto e risoluzione unilaterale del contratto da parte di un fornitore di gas».
E «dopo parecchie riunioni tenutesi nelle ultime settimane», la scelta è stata quella di alienare il 70 per cento della società. Agesp terrà per almeno tre anni questa partecipazione, «con la possibilità di sospendere la gara qualora non si ottengano offerte adeguate».

Il primo intervento, con «un’osservazione di prospettiva», è stato quello del capogruppo del Pd Maurizio Maggioni. Secondo il quale manca appunto «una precisazione circa le prospettive che si vogliono perseguire. Non credo che non ci fossero il tempo e la necessità di chiarire politicamente al Consiglio l’indirizzo del Comune». Maggioni ha chiesto: «Il settore energia esce completamente dall’orizzonte delle capacità di intervento del Comune? Era necessario chiarire questo tema».

Ma Roberto Ghidotti, consigliere della lista civica Antonelli con delega alle partecipate, ha contestato «che questa decisione sia stata presa con una mancanza di obiettivi. C’è un obiettivo importantissimo: il mantenimento della presenza nel settore energetico e della forza lavoro. Attraverso la ricerca di un partner solido capace di fare investimenti e di ottenere la materia prima».

«Parliamo della carne viva di questa città, non del patrimonio contingente di un sindaco o di una giunta o della semplice vendita di un asset», ha osservato Gigi Farioli, capogruppo di Popolo, Riforme e Libertà. Che a sua volta avrebbe auspicato una delibera «con un indirizzo globale». Da ciò la richiesta di «fare in modo che al più presto il Consiglio comunale sia chiamato a un atto complessivo sulle partecipate. Ed è fondamentale non vendere il 100 per cento della società, cosa che ci impedirebbe di pensare a una partnership industriale».

«Parole come difficile ed eccezionale non rendono l’importanza di questa decisione, che non è stata presa a cuor leggero – ha affermato il capogruppo della lista civica Antonelli Marco Lanza –. I tecnici in commissione hanno illustrato una situazione che si potrebbe definire quasi terminale. Auspico dunque che l’operazione permetta anche di migliorare la qualità della vita in questa città».

Per il leghista Simone Orsi è «un onore avere in città un gruppo come Agesp». «Sono stati posti tanti vincoli importanti: dal mantenimento del marchio alla salvaguardia dell’occupazione, della sede, delle strutture – ha aggiunto –. Ed è importante che Agesp Spa avrà cura di valutare i contenuti di un piano di sviluppo dell’impianto e della rete di teleriscaldamento».

Fratelli d’Italia, con il capogruppo Luca Folegani, ha parlato di «una scelta ponderata», con «la possibilità di avere un co-pilota e un valore aggiunto». Mentre Paolo Geminiani, di fronte ai dubbi dell’opposizione, si è chiesto «che cosa succederebbe se invece non la vendessimo? E se fra due anni fosse peggio?».

Gianluca Castiglioni (Busto al Centro) si è detto «favorevole alla vendita ma dubbioso sulle prospettive future delle partecipate, di cui non si è discusso».

Ancora dal Pd: «Dubito che la quota del 30 per cento ci permetta di essere “padroni a casa nostra”», ha detto Cinzia Berutti, mentre per Paolo Pedotti «il percorso poteva essere fatto in maniera più graduale e con delle verifiche intermedie per una maggiore salvaguardia dell’occupazione».
Proprio sulle prospettive del personale – oltre che dei clienti – si sono concentrate le domande di Emanuele Fiore (Popolo, Riforme e Libertà).

«La fretta è cattiva consigliera – è intervenuto Cascio di Progetto in Comune –. Il direttore Carraro (presente anche in Consiglio, ndr) ha detto in commissione che dobbiamo arrivare sul mercato prima di altre aziende analoghe. Ma qui c’è in discussione il destino del pianeta Agesp». E ha posto a sua volta l’accento sulle «prospettive future della società».

«Certezze non ce ne solo. Come facciamo ad avere certezze con il mondo che cambia ogni mese? – la replica di Antonelli –. L’unica è quella di agire come il buon padre di famiglia. Bisogna fare i conti con la realtà. Non è vero che stiamo perdendo i servizi offerti alla città. Vogliamo parlare della piscina? Perché non la gestiamo più? Perché perdevamo un milione di euro all’anno. Vogliamo parlare dei trasporti? Ogni periodo ha le sue vicissitudini».

E ancora: «Per i cittadini non cambierà niente, né adesso né fra tre anni, quando potremo comunque rinnovare la nostra partecipazione». E rassicurando i dipendenti di Agesp presenti in sala consiliare, ha aggiunto: «Sono convinto che, come successo per Accam, se le cose vanno bene non si licenzierà nessuno. Al contrario, si assumerà».

Il documento è stato approvato con quella che Farioli ha definito «l’astensione benevola» di Popolo, Riforme e Libertà, l’astensione di Bac, il voto favorevole ma «critico» di Cascio e la contrarietà del Pd.

Riccardo Canetta

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