Si è aperta con l’inno di Mameli intonato dal vivo dalla mamma di un atleta la seconda prova nazionale Scherma questa mattina al Museo del Tessile. Nell’agorà della scherma di via Galvani in questi due giorni sabato e domenica si radunano atleti con disabilità. Questa mattina le pedane sono riservate alla categoria ipovedenti maschi, nel primo pomeriggio alla categoria ipovedenti femmine per proseguire con il fioretto e la sciabola per gli atleti in carrozzina e domani per la categoria spada femminile e maschile. A dare il la alla manifestazione nazionale, la voce di Marina Malavasi che ha poi coinvolto tutti i partecipanti a intonare l’inno d’Italia.
A tenere alti i colori di Busto Arsizio c’è il campione italiano e regionale Alessandro Buratti in rappresentanza dei non vedenti maschi, per le femmine Laura Tosetto. terza ai campionati italiani e prima ai regionali. Gli atleti provengono da tutt’Italia: i non vedenti sono una trentina e arrivano da Modica, Salerno, Roma, Bari, Padova, Milano, Udine, Firenze e Brescia. A rappresentare l’altra categoria ci sono poco più di cento atleti di Roma, Sassari, Rimini, Pisa, Padova, Lecco, Verbania, Modena, Milano, Udine, Modica, Bergamo, Pistoia.
Insomma tutto lo stivale è ben coperto da una disciplina che auspica di far parte presto delle Olimpiadi. Se lo augura in primis il delegato nazionale Giancarlo Puglisi: «Stiamo lavorando per far conoscere la disciplina a livello mondiale. L’obiettivo di questo movimento, nato e cresciuto in Italia, è quello di portarlo in tutto il mondo, speriamo di ufficializzare per il 2028».
Ne è convinto anche il maestro Giancarlo Toran, con la storica Pro Patria Scherma guidata dal presidente Cesare Vago: «Credo che la scherma per i non vedenti e i diversamente abili rappresenti un’opportunità d’integrazione sociale, di crescita e maturazione».
Una bella sfida dunque per gli atleti impegnati nella due giorni di Busto Arsizio. Come è noto uno degli elementi fondamentali della scherma tradizionale è l’uso delle gambe, mediante le quali l’atleta può indietreggiare per parare o schivare i colpi. Nella scherma in carrozzina ovviamente ciò non è possibile, le carrozzine sono fissate alla pedana di gara in maniera quasi ortogonale alla stessa e l’atleta deve quindi avere un’enorme prontezza di riflessi per parare e portare il colpo, non potendo indietreggiare.
Le persone non vedenti tirano solo di spada e, come accade negli altri sport da loro praticati, vengono bendati (benda o mascherina), per non avvantaggiare gli ipovedenti rispetto ai non vedenti assoluti. Il segnalatore di stoccate produce suoni differenziati, in modo che i tiratori sappiano chi ha messo a segno la stoccata.